CASA BELUSCHI FABENI

FRONTIGNANO, BRESCIA

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CASA BELUSCHI FABENI
Palazzetto della prima metà del XVII secolo probabilmente terminato, come da iscrizioni sopra gli architravi di alcune finestre, nel 1659. L’impianto è a base quadrata, ed è composto da un piano terra per la zona giorno e un piano primo con le camere da letto. I muri della casa sono costruiti in mattoni pieni, all’esterno non intonacati, con ancora riconoscibile la presenza dei buchi pontieri. I pavimenti sono in cotto originale dell’epoca come d’uso nel XVII secolo. Unica eccezione al cotto è presente nella sala ovest del piano terra, dove una bella pavimentazione a riquadri di parquet di larice e noce si sovrappone al pavimento esistente. I muri di contenimento del giardino di confine sulla Roggia Barbaresca sono anch’essi in mattoni. L’ingresso principale, su via Vittorio Veneto, è costituito da un ponte acciottolato che permette il superamento della roggia e l’accesso, attraverso “….un bel portale eccentrico dall’elegante bugnatura...” *, a un portico a tre arcate con volte a crociera su colonne tuscaniche in marmo di Botticino. Nel portone in legno sono ancora presenti tutte le parti in ferro, cardini, catenacci, sistemi di chiusura e serratura originali. A piano terra il corpo quadrato della casa è costituito da due grandi sale dai soffitti voltati, uno dei quali decorato con temi floreali ottocenteschi, con una scala al centro, in marmo di Botticino, che mette in comunicazione col piano superiore e la cantina. Altre due stanze, la cucina e un salottino, sono state ricavate nel piano terra dell’abitazione rurale annessa alla casa padronale, ampliando la pianta quadrata della stessa verso est. Anche in queste due stanze i soffitti sono voltati a padiglione; in particolare quello del salottino è arricchito da dipinti di cineserie presumibilmente sette - ottocenteschi. Il primo piano ospita le quattro camere da letto con soffitti piani, dei quali solo due decorati. Sul lato sud sovrastante il porticato vi è una galleria longitudinale con le finestre che guardano il giardino. Una particolare menzione va fatta ai camini presenti nella casa: le sale al piano terra e la cucina sono provviste di grandi camini in marmo di Botticino e Bardiglio; le camere nel piano superiore sono ugualmente dotate di camini, che però, per motivi di sicurezza, sono stati chiusi. La casa, come riporta il Lechi *, dovrebbe essere stata eretta su commissione degli Avogadro del Giglio. Infatti “….Ettore e Antonio Maria….. denunciarono nel 1641 di avere in Frontignano un casamento da padrone non ancora finito, che confina a monte con la chiesa, a sera con la strada e a mezzodì con Francesco Feroldi…..” . * Fausto Lechi - Le dimore bresciane in cinque secoli di storia - vol. V, Edizioni di Storia Bresciana, 1976
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