Il Palazzo d’Avalos-ex Carcere dell’isola di Procida è un imponente edificio sul mare (di circa 20.000 mq) con un panorama mozzafiato e un tenimento agricolo di 18.000 mq, costituito alla fine del ‘500 dall’intervento urbano del Cardinale Innico d’Avalos ad opera degli architetti Cavagna e Tortelli, adiacente il Borgo medievale di Terra Murata, poi con Carlo III residenza reale per la caccia dei Borboni e infine Bagno penale e Carcere, fino alla sua chiusura nel 1988.
Dal 2016 è finalmente visitabile (info: www.comune.procida.na.it) con un suggestivo percorso di visita dall’ampio giardino fino agli ampi ambienti con volte a crociera e i saloni, dove è ancora visibile l’importante architettura, ma anche l’atmosfera del carcere, in particolare nella visita alle sale a sinistra dell’ingresso, una volta appartamento reale. Lungo la scala che porta al piano nobile si giunge alla loggia superiore, invasa dalla luce: in questo piano il carcere rimane alle spalle ed è visitabile l’ampio salone ove il Cardinale Innico d’Avalos riceveva fino a 30 vescovi in uno dei “sinodi” da lui voluti. Nell’ultima sala, oltre ad avere viste e prospettive straordinarie sul paesaggio, ad una delle finestre vi è l’opera dell’artista di fama internazionale Alfredo Pirri, il cui intervento, nel 2015, è stato il primo gesto che la nuova Amministrazione comunale ha voluto come segno di rinascita simbolica del Palazzo: all'alba, sul mare di fronte alla finestra sorge il sole, e l’opera colpita dal suo riflesso diviene un brillante incastonato nel Palazzo.
Un luogo unico, a strapiombo su un mare scintillante, tra la bellezza del bene rinascimentale e la durezza del luogo di pena.