CAPPELLA RUPESTRE DELLA MADONNA DELLA CUNEDDA O DELLE SERRE

CALIMERA, LECCE

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CAPPELLA RUPESTRE DELLA MADONNA DELLA CUNEDDA O DELLE SERRE
Calimera, ai piedi delle serre di Martignano, a circa 1,5 km dall’abitato, laddove l’antica strada Roca-Naunia incrociava le strade provenienti da Otranto e Lecce sorge un rudere di una piccola chiesetta denominata della “Cuneddha” (da piccola Icona) o meglio nota come Madonna della Serre di Calimera. Nei pressi dei ruderi della chiesetta, a circa 200 mt dalla stessa, sull’incrocio dell’antico asse viario esisteva un’edicola votiva, costituita da un unico blocco di pietra leccese, oggi conservata nel Museo della Civiltà Contadina di Calimera. La chiesetta di cui oggi rimangono pochi ruderi, era costituita da un’unica stanza a botte interamente affrescata, presumibilmente di epoca tardo medioevale. La datazione è incerta, poiché nessuno studio specifico ed accurato è stato condotto, ad eccezione di una pulizia del sito e una prima indagine archeologica eseguita dal Circolo Culturale Ghetonia in collaborazione con il Dipartimento di Archeologia dell’Università del Salento, grazie ai progetti di Servizio Civile Nazionale e Tirocini Formativi Universitari, che hanno permesso, nel 2008, alcuni ritrovamenti di frammenti di ceramica relativi a lucerne ad olio di età medievale. La chiesetta non è riportata in nessuna visita pastorale, ad eccezione di una fatta nel Comune di Martignano dove si parla di una chiesa ai piedi delle Serre tra Martignano e Calimera intitolata ai Santi Sergio e Bacco. Lo stesso documento però non fornisce dettagli precisi atti a confermare che si tratti della stessa di cui parliamo. Ad oggi rimangono in piedi due muri dei quattro della chiesetta, di cui quello centrale dove è collocato un grande affresco di una Madonna Odigitria di cui purtroppo si stanno perdendo giorno per giorno le tracce. L’affresco, di cui rimangono tracce ben visibili rappresenta una Madonna con il Bambino con ai piedi due Santi (presumibilmente i Santi Sergio e Bacco). La chiesetta è stata dotata di una copertura in lamiera di fortuna, che non preserva l’affresco che è continuamente esposto al sole, vento, pioggia e intemperie varie. Nel 2014 l’Associazione Kaliglossa su sollecitazione di alcuni cittadini, ha provveduto a puntellare mediante supporti lignei l’intera parete centrale, contenente l’affresco, che mostra evidenti segni di cedimento strutturale consistenti nella inefficacia della legatura ad angolo e conseguente inizio di crollo per ribaltamento. Il sito, dimenticato per alcuni decenni dalla comunità calimerese, è oggi meta di pellegrinaggi per il fascino e la suggestione del posto, ricco di testimonianze dell’antica viabilità, immerso negli ulivi, tra muretti a secco. Molte sono le storie legate a questo luogo del cuore. Si racconta infatti, dalla voce della memoria popolare, di un’antica icona particolarmente “bella e miracolosa” a cui giungevano donne e madri per implorare grazie relative alle nascite o al ritorno dei mariti e dei figli lontani dal proprio paese.
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