Si tratta di un gruppo di capanne pastorali in pietra a secco, coperte con falsa cupola e per questo definite "a tholos", che venivano usate - sino a tempi recenti - come riparo per i pastori che portavano le greggi in montagna in periodo estivo e come locali destinati alla caseificazione e alla rimessa di attrezzi. Le strutture in oggetto sono costruite in epoche relativamente recenti sebbene la tecnica costruttiva sia di origine antichissima, risalente all'antica Grecia e ancora prima alla cultura fenicia, pervenuta in Abruzzo probabilmente dalla Puglia. Questi manufatti sono pertanto i figli della "specchia" pugliese e cugini dei ben più noti trulli, nonché lontani parenti dei nuraghe sardi. Risulta che gli ultimi esemplari di questa tipologia siano stati realizzati negli anni 50 del secolo scorso e che gli abili artigiani, ancora in vita fino a qualche anno fa, fossero stati pagati, come da tradizione, con forme di formaggio.