La località di Portonovo si trova nell'estremo lembo settentrionale del territorio di Medicina, al centro delle terre che dall'età medievale costituivano il patrimonio della Partecipanza di Medicina, gestito dalla Comunità fino a tutto il sec.XVIII, poi autonomamente dal 1815 e fino al 1892. Il nome Portonovo è legato a uno dei collegamenti navigabili di cui era costellata in antico la “Bassa”. Interrato forzatamente dai bolognesi il “Porto Vecchio” di Buda nel 1325, venne in seguito aperto un “Porto Nuovo” per ripristinare il traffico commerciale con le valli argentane e con il Po di Primaro. L'abitato di Portonovo, nella sua conformazione urbanistica e architettonica, risale a un preciso progetto della Comunità di Medicina che, a partire dal 1730, volle qui costituire il centro operativo dell'azienda consortile. Tutti gli edifici settecenteschi sono disposti ai lati della lunga strada rettilinea che ha origine presso Buda. Solo una costruzione si pone al centro dell'asse stradale creando un doppio fondale prospettico e due piazzali. La strada presenta sulla destra la “casa degli agenti” e il “palazzetto”, sede di rappresentanza e di soggiorno degli amministratori comunali; sulla sinistra i grandiosi “granai” ad arcate cieche e il complesso parrocchiale, su disegno di Alfonzo Torreggiani. La Comunità di Medicina fece di questa chiesa il proprio secondo luogo ufficiale di culto. Sulla facciata di Santa Croce spicca come unico tocco barocco il bassorilievo in terracotta indicante la titolarità della Chiesa: S. Michele Arcangelo nell'esaltazione della Croce. Anche l'interno unisce semplicità ed eleganza di forme. L'aula rettangolare, a tre cappelle, è segnata da lesene direttamente collegate al forte cornicione e termina con il presbiterio a tutta larghezza e privo di abside. Di notevole interesse l'apparato iconografico e di arredo che vi si custodisce. Sulle pareti laterali figurano quattro ovali ad olio rappresentanti i dottori della Chiesa, opera di metà Settecento, nelle due cappelle laterali sono posti a destra una Madonna del Rosario, scultura lignea del Toselli, e a sinistra un grande Crocifisso ligneo di epoca rinascimentale. Nel presbiterio spicca l'altare maggiore, lavoro in legno policromo di Carlo Galli da Barlassina, proveniente dall'arcipretale di Medicina dopo l'installazione di quello marmoreo del Venturoli. La pala è un raro dipinto di Ercole Lelli, più noto come scultore, eseguito nel 1730. Le pareti a fianco dell'altare espongono due tele del Seicento opere di Giovanni Battista Bolognini e Domenico Viani. Presso il presbiterio un pregevole organo positivo di Domenico Maria Gentili da Medicina, 1774, restaurato e funzionante. La visita di Portonovo consente di conoscere la Chiesa di Santa Croce, appena restaurata e riaperta al pubblico, e i luoghi più significativi del paese, partendo dalla piazza, alla scoperta del cinema e delle antiche case dei mezzadri, granai e magazzini, fino al piccolo cimitero della frazione, che offre la possibilità di approfondire le vicende storiche di inizio secolo del biennio rosso e delle lotte contadine.
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