Il Borgo di Dio - oggi Danilo Dolci - costituito da un articolato insieme di spazi e di strutture, è stato ideato nel 1968 da Danilo Dolci - educatore, poeta, sociologo e attivista della nonviolenza - e dai suoi collaboratori. Fu realizzato dall’architetto Giorgio Stockel, con la consulenza di Bruno Zevi, quando entrambi insegnavano all’Università La Sapienza di Roma. La storia: Il complesso edilizio è stato utilizzato per oltre tre decenni da una grande varietà di istituzioni, enti sociali e culturali italiani e internazionali. Il Borgo infatti assunse da subito un ruolo centrale nell’attività condotta da Danilo Dolci, diventando lo scenario di un grande risveglio culturale sia nazionale che internazionale: oltre ad essere stato sede della prima università popolare d’Italia, dal ‘68 fu un luogo in cui si avviarono gli studi e le verifiche necessarie per approntare un piano di sviluppo organico della zona. Nel Giugno del 1973 venne inaugurato il Teatro-auditorium avviando nell’area una stagione di grande dinamismo culturale e artistico, rivolto alla diffusione del metodo nonviolento, della maieutica reciproca e della lotta al banditismo e alla mafia, con lo scopo ultimo di utilizzare strumenti culturali e di coscienza civica per restituire alla popolazione il proprio potere sul territorio, sulle risorse umane e naturali. Il Borgo fu anche al centro di attività educative e di ricerca nazionali ed internazionali che permise di ospitare personalità come Elio Vittorini, Lucio Lombardo Radice, Ernesto Treccani, Antonio Uccello, Eric Fromm, Johan Galtung, Emma Castelnuovo, Clotilde Pontecorvo, Paulo Freire, e tanti altri. Tutti questi amici/sostenitori dell’attività di Danilo Dolci contribuirono alla diffusione e alla sperimentazione di laboratori votati alla ricerca e alla creatività, allo scopo di ottenere una formazione onnicomprensiva che nutrisse lo spirito e le menti, formando così una cultura che fosse innanzitutto presa di coscienza del sé. La struttura: Su un’area è di ca. 20247 m², il Borgo dispone di una foresteria con 44 posti letto, una sala mensa con cucina, 3 aule per la formazione, un teatro-auditorium e un grande campo giochi. Gli edifici hanno una superficie di ca. 1488 m². Durante gli anni ’60 Ettore De Conciliis realizza, insieme a Rocco Falciano, il ciclo di pitture murali dal titolo “Sistema Clientelare mafioso e nonviolenza” che ancora oggi decora l’auditorium. Gli affreschi descrivono dei temi cari all’artista ma sono soprattutto simbolo e testimonianza degli orrori del potere mafioso e delle condizioni di vita quotidiana. Il Borgo oggi: Il Borgo è stato concepito come un Centro per la realizzazione di corsi di formazione, seminari, workshop, tavole rotonde, concerti, spettacoli. Oggi solo una sala e la foresteria sono pienamente accessibili, mentre gran parte della struttura ha bisogno di un intervento per raggiungere la piena funzionalità. Ci si propone per il futuro di dare continuità alla sua storia ripartendo dai temi che ne hanno caratterizzato la vicenda: lavoro sociale ed educativo, migrazione e integrazione culturale, comunicazione nonviolenta, educazione alla pace, sociologia, formazione alla leadership cooperativa e nonviolenta, sviluppo territoriale, studi urbanistici, filosofia, letteratura, musica, teatro, pittura. Oggi il Borgo viene frequentato giornalmente da bambine e bambini, adulti e persone di ogni età per attività educative, culturali e per condividere il più possibile una delle storie più importanti dell’Italia dal Secondo dopoguerra.
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