Il borgo di Querio (Quer in patois francoprovenzale) è ubicato a circa 1300 m di altitudine sulla destra orografica del torrente Verdassa ed è situato nella alta Valle Verdassa, valle interposta tra l’altopiano di Frassinetto e la Valle Soana. E’ posizionato su un costone roccioso di ampia dimensione, delimitato da un lato dal torrente Verdassa e dall’altro dal rio di Querio (detto anche rio Fontanelle), con ampia visuale sulla valle sottostante.
La tipologia e la fattura dei fabbricati più antichi permettono di datare l’insediamento di Querio al XIII – XIV secolo, con successive espansioni nei secoli successivi.
In una delle case del borgo è stata ritrovata una punta di una lancia che gli archeologici hanno stabilito essere del XV secolo (è attualmente conservata nel Museo Archeologico del Canavese di Cuorgnè – TO).
Gli atti di battesimo e di matrimonio del ‘600, conservati nell’archivio della parrocchia di Frassinetto, sono i primi documenti scritti ufficiali che attestano l’esistenza del borgo. Il forte processo di industrializzazione che ha caratterizzato il XX secolo ed in particolare il secondo dopoguerra ha causato una forte e repentina emigrazione di massa dalle montagne che non ha ovviamente escluso Querio; negli anni ’60 dello scorso secolo il borgo è diventato disabitato definitivamente.
La leggenda, tramandata di generazione in generazione, riguardo la fondazione di Querio racconta che quattro fratelli (o quattro compagni a seconda delle versioni), fuggiti da una guerra non meglio precisata, abbiano deciso di stabilirsi a Querio come luogo di riparo. Si può supporre che la leggenda abbia un fondo di verità in quanto, osservando la morfologia del sito su cui è ubicato il borgo, lo si può raggiungere solo attraversando uno dei due torrenti e arrivando da valle, essendo quindi avvistati dall’abitato. Un ulteriore legame con questa leggenda è la divisione in quattro gruppi familiari (o clan) in cui era divisa la popolazione: i Rampa, i Müliner (in francoprovenzale, ovvero i mugnai), i Tanfi e i Sautamaser (in francoprovenzale, ovvero i salta-muri). Il toponimo Querio (Quer) deriva probabilmente dalla radice quer - cher - kar di origine celtica che ha il significato di spiazzo, luogo pianeggiante, anche se, come detto poco sopra, l’origine dell’abitato è di epoca medioevale.
La caratteristica principale degli abitanti di Querio (comune a molti abitanti anche del borgo Monteu, vicino a Querio) era il mestiere che tutti gli uomini esercitavano: l’arrotino. Questi ultimi partivano dal borgo e si dirigevano in altre località del Piemonte, della Lombardia e della Liguria per esercitare il loro mestiere in maniera ambulante, passando di paese in paese, con la mola a spalle. A secondo del luogo in cui si trovavano, avevano delle famiglie di riferimento che li ospitavano in cambio dell’affilatura degli attrezzi di taglio. Le persone che davano ospitalità venivano chiamati nel gergo degli arrotini di Querio “pautru”. Come altri mestieri itineranti delle Valli Orco e Soana (spazzacamini, stagnini, vetrai) gli arrotini avevano sviluppato un loro gergo, differente dal francoprovenzale comunemente parlato, volutamente incomprensibile alle altre persone. A secondo della famiglia di appartenenza si dirigevano in una determinata zona piuttosto che in un’altra e facevano ritorno al borgo all’inizio della primavera, per poter ricongiungersi con le proprie famiglie e riprendere le attività agricole.