BIBLIOTECA GREGORIANA E LOLLINIANA NEL SEMINARIO GREGORIANO

BELLUNO

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BIBLIOTECA GREGORIANA E LOLLINIANA NEL SEMINARIO GREGORIANO
Ci sono alcuni luoghi della provincia di Belluno che, dopo secoli, mantengono un fascino artistico e culturale inalterato e che resistono, nel senso pieno del termine, nonostante l’usura e i cambiamenti imposti dalla storia e dall’uomo. Uno di questi è sicuramente il Seminario Gregoriano, l’antico convento francescano di San Pietro. Tutti i visitatori, studenti, seminaristi e studiosi che lo hanno frequentato sono rimasti attoniti di fronte al suo fascino e alla sua spiritualità. I chiostri, la Cappella Gotica, le opere del Brustolon, di Sebastiano Ricci e dello Schiavone testimoniano il grande valore che i frati minori prima e il clero secolare poi hanno attribuito a questo antico luogo di fede. All’interno del Seminario vi sono due ambienti, forse meno conosciuti, che ulteriormente ne denotano la straordinaria levatura culturale e spirituale: la Biblioteca Gregoriana e la Biblioteca Capitolare Lolliniana. La Biblioteca Gregoriana, nata da un lascito di papa Gregorio XVI in occasione della riapertura del seminario, dopo la tempesta napoleonica, ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per l’enorme patrimonio librario, costantemente aggiornato con tutte le nuove uscite, sia in ambito locale che nazionale. I filoni principali sono quelli legati agli insegnamenti dell’Istituto di Scienze Religiose Giovanni Paolo I, con il quale si è instaurata da anni una importante ed efficace collaborazione. Collegata alla rete delle biblioteche ecclesiastiche promossa dalla Cei, collabora con tutte le realtà bibliotecarie nazionali, essendo dal 2015 inserita nell’indice nazionale biblioteche (ISBN). La Biblioteca Lolliniana, di proprietà del Capitolo della Cattedrale di Belluno, rappresenta invece il glorioso passato e il grande amore che nel corso dei secoli ha contraddistinto il clero e i vescovi bellunesi. Al suo interno è possibile ammirare, solo per motivi di studio e previo appuntamento con il bibliotecario mons. Antonio De Fanti, una serie di manoscritti unici. Vere e proprie opere d’arte come la Bibbia Miniata del XIII secolo donata da Leonisio Doglioni (1357-1421) o tutti i volumi inerenti al lascito del vescovo Alvise Lollino agli inizi del XVII secolo. Studiosi di tutto il mondo ci invidiano un tale patrimonio.
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