Molti conoscono l' "oro di Dongo" : i beni che accompagnarono Mussolini, la Petacci e alcuni gerarchi fascisti nella loro fuga sul Lario nell'aprile 1945. Un tesoro leggendario, misteriosamente scomparso, su cui molti hanno scritto, ma poco si sa. Come sottolinea Maria Erminia Acquistapace, un altro tesoro del quale pochi, invece, hanno sentito parlare è conservato nella biblioteca del convento francescano annesso al Santuario della Madonna della Lacrime: 30.000 libri tra preziosi codici miniati medievali, cinquecentine, seicentine e volumi del Sette-Ottocento. Un patrimonio unico, sfuggito fortunatamente alla dispersione, capace di superare indenne le terribili spoliazioni napoleoniche e il tormentato periodo post-unitario, sopravvissuto fino a noi per raccontarci di epoche lontane in cui salvare la cultura significava salvare gli uomini, in cui la cultura era prodotta da pochi e destinata a pochi, ma in cui l'oggetto-libro rappresentava a tutti gli effetti un'opera d'arte.