BIBLIOTECA DEI GIROLAMINI

NAPOLI

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BIBLIOTECA DEI GIROLAMINI
La biblioteca dei Girolamini (o anche biblioteca statale oratoriana del monumento nazionale dei Girolamini) è un'istituzione culturale statale della città di Napoli. Dotata di un'importante raccolta libraria e di un archivio musicale operistico, la biblioteca, aperta al pubblico dal 1586, è la più antica biblioteca pubblica di Napoli, e seconda in Italia dopo la civica Malatestiana di Cesena. Aperta al pubblico nel 1586, la biblioteca è specializzata in filosofia, teologia cristiana, chiesa cristiana in Europa, storia della Chiesa, musica sacra e storia d'Europa. Da un punto di vista architettonico, fa parte del complesso della chiesa dei Girolamini. L'edificio che la ospita fu ridisegnato nel Settecento da Arcangelo Guglielmelli, la cui opera fu terminata dal figlio nel 1727. Ospita affreschi di Pietro Bardellino (fine XVIII secolo). Il suo status attuale, di biblioteca statale, tiene fede a una sua antica condizione che fu, fin dal seicento[2], quello di biblioteca destinata alla frequentazione pubblica. È nota, peraltro, l'assidua frequentazione che gli dedicava Giambattista Vico. Verso la fine degli anni settanta, Gerardo Marotta ottenne dallo stato l'autorizzazione a collocare nella biblioteca i libri e alcune attività dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, ma il progetto non andò in porto a causa del terremoto del 1980, che determinò anche l'utilizzo dei locali come ricovero temporaneo per sfollati. Da allora è iniziata un'epoca di abbandono che si è protratta per decenni. La biblioteca dei Girolamini custodisce circa 159.700 titoli, prevalentemente antichi, tra cui 94 incunaboli, 5.000 cinquecentine, numerosi manoscritti, di cui circa 6.500 riguardanti composizioni e opere musicali dal XVI al XIX secolo. Il patrimonio comprende anche il ricchissimo fondo librario della collezione privata di Giuseppe Valletta (18.000 volumi circa, con edizioni rare del XVI e XVII: classici della letteratura greca e latina, storia e filosofia), un'acquisizione che i padri oratoriani portarono a termine su consiglio di Giambattista Vico. Proprio al filosofo napoletano, che donò le prime edizioni di tutte le sue opere al convento, è dedicata una sala del complesso bibliotecario: la Giambattista Vico. Questo ambiente è potenzialmente fruibile al pubblico grazie ai lavori di catalogazione digitale e restauro dei libri eseguiti nel 2012. Tuttavia, il giorno prima della sua apertura al pubblico, l'intera biblioteca dei Girolamini (inclusa la sala Vico), vengono posti sotto sequestro dai carabinieri. Altri pregevoli fondi librari conservati al suo interno sono il Fondo Agostino Gervasio (archeologia, numismatica, bibliografia, letteratura classica), il Fondo Filippino (storia della Chiesa, sacre scritture, teologia) e il Fondo Valeri (940 volumi sulla storia di Napoli e dell'Italia meridionale).
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