BATTERIE DI CANDEO

LA MADDALENA, SASSARI

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BATTERIE DI CANDEO
Le Batterie di Candeo sono un complesso di fortificazioni e vedette, ancora ben conservato, realizzato tra la prima e la seconda guerra mondiale, inserite in un contesto naturalistico di rara bellezza, tra rocce granitiche, macchia mediterranea, arbusti, ginepri e con la visione spettacolare del mare dell'arcipelago maddalenino sul quale si affacciano. Rappresentano un esempio di architettura militare unico ed ardito, con costruzioni in granito perfettamente mimetizzate nelle rocce circostanti, raggiungibile attraverso un sentiero storico e naturalistico. ITINERARIO MINIMO Dalla casa che fu di Giuseppe Casula (ex casermetta della Batteria "Messa del Cervo") attraverso numerosi tornanti ben protetti da spallette in muratura di granito e malta di calce, si scende fino a raggiungere il livello del mare. Nei pressi della piccola banchina la cucina, una cisterna d'acqua, piccoli locali dai quali, percorrendo un tortuoso sentiero, si arriva a due 'collinette' costruite in calcestruzzo e ricoperte di massi di granito naturale, perfettamente mimetizzate nell'ambiente circostante; alla base una galleria a chiocciola, con piccole feritoie che si affacciano sul mare, che inerpicandosi tra roccia viva e muri in calcestruzzo conduce fino alla piattaforma che ospitava una delle quattro postazioni di mitragliere. Nelle immediate vicinanze svettano le due "torrette" della Stazione di Tiro, abilmente mimetizzate per confondersi con l'ambienta circostante, dotate di larghe feritoie che permettevano ai sofisticati strumenti della centrale Speditiva, probabilmente tipo "San VIto", di cogliere e segnalare ogni movimento del nemico. Riservette, depositi in cavema e di acqua potabile, locali di servizio alle postazioni e basamenti per le piazzuole delle artiglierie sono state costruite attraverso un difficoltoso ed estenuante lavoro di scavo in roccia dura granitica e il successivo livellamento dei basamenti e lo scheletro costruttivo dei manufatti sono stati ottenuti con solide gettate di calcestruzzo armato, utilizzando poi la stessa roccia scavata per ricomporli in oniriche architetture dal vago gusto artistico di Antonio Gaudl; i locali per gli alloggi dell'ufficiale Comandante, per i sottufficiali e per i marinai ed altri fabbricati minori, invece, unitamente alla cisterna d'acqua più capiente, un tempo rifornita anche attraverso una condotta idrica che principitava dalla banchinetta, sono chiaramente distinguibili anche se seminascosti da un compluvio naturale situato sul versante a Sud, a ridosso delle postazioni di artiglieria.
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