BASILICA DI SAN PAOLO MAGGIORE

NAPOLI

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BASILICA DI SAN PAOLO MAGGIORE
Il tempio dei Dioscuri di Napoli (I secolo d.C.) è l'area sulla quale insiste la chiesa. Il suo fronte, con sei colonne e timpano triangolare completo di sculture, rimase in piedi sino al 1688, quando crollò a causa di un terremoto. La prima chiesa dedicata a san Paolo in quell'area venne eretta tra l'VIII e il IX secolo per celebrare la vittoria riportata dai napoletani sui Saraceni, alle spalle del pronao del tempio pagano. Nel 1538 il viceré Pedro de Toledo diede in concessione la basilica a Gaetano Thiene, il quale vi si insediò con i chierici regolari teatini. Questi tuttavia solo molti anni dopo, nei primi anni ottanta del Cinquecento, dunque dopo la morte di Thiene, avviarono una vasta campagna di ricostruzione affidata al progettista Francesco Grimaldi.La prima parte ad essere edificata fu il grande transetto con la profonda abside poligonale, successivamente, dopo una breve interruzione, i lavori furono continuati da parte Giovan Battista Cavagna,responsabile della costruzione della navata centrale e, a partire dal 1625, da Giovan Giacomo di Conforto, che si occupò di costruire le navate laterali. I lavori di restauro terminarono definitivamente nel 1630. Intorno alla prima metà del Cinquecento, nella chiesa fu presente Andrea Avellino il quale entrò in San Paolo come postulante. Nel 1567, padre don Andrea Avellino venne nominato preposito di San Paolo Maggiore e ricoprì questo ruolo nei successivi dieci anni seguito da Johannes Camillo Falivene da Giffoni . Nel maggio del 1585, dopo i tumulti scoppiati a Napoli a seguito dell'uccisione del capo popolo Giovanni Battista Starace da parte della folla inferocita, il santo si operò come mediatore e mise a disposizione dei bisognosi le risorse del suo ordine. Oggi, le spoglie del santo sono presenti all'interno della basilica. Nel corso del Seicento vi furono importanti lavori di decorazione e abbellimento. Nel 1642 Massimo Stanzione affrescò il soffitto della navata centrale. Nel 1671 Dionisio Lazzari, in occasione delle celebrazioni per la canonizzazione di Gaetano Thiene, realizzò una volta in muratura che collegava la facciata della chiesa e le colonne del vecchio tempio pagano. Fu probabilmente a causa dell'intervento operato da Lazzari che la struttura antica, notevolmente appesantita, non resistette al terremoto del 1688. Nel Settecento i lavori di abbellimento proseguirono, soprattutto a opera di Domenico Antonio Vaccaro e Francesco Solimena, che riutilizzarono i marmi antichi crollati con il terremoto, rilavorandoli e mettendoli in opera all'interno, per rivestire il pavimento e le paraste della navata centrale. Ulteriori lavori vennero intrapresi da Giuseppe Astarita verso gli anni settanta del Settecento, in occasione della proclamazione a beato di Paolo Burali d'Arezzo. Nel 1943 nel corso di un bombardamento aereo degli alleati, la chiesa venne gravemente danneggiata, in particolar modo il tetto e l'area del transetto, che crollarono quasi del tutto. Nel 1962 durante i lavori di ristrutturazione, furono rinvenuti resti del primitivo tempio e anche un cimitero, oggi visitabili tramite l'accesso da una porta posta sotto le scalinate principali della basilica che conducono alla chiesa del Santissimo Crocifisso detta la Sciabica. Nel dicembre del 1951 papa Pio XII la elevò alla dignità di basilica minore. Adiacenti al convento sono i due monumentali chiostri di San Paolo Maggiore. Il chiostro piccolo si trova sul fianco sinistro della basilica ed è caratterizzato da una serie di colonne antiche appartenenti all'originaria chiesa paleocristiana che insistenva nell'area, mentre il chiostro grande, in linea d'aria alle spalle dell'abside, costituisce l'archivio notarile di Napoli, conservando al suo interno protocolli notarili della città dal XVIII secolo ad oggi
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