La badia di San Sebastiano sorge nell'aperta campagna alatrense, quasi al confine con Veroli. È una delle più antiche comunità cenobitiche d'Occidente: le sue origini risalgono all'inizio del VI secolo, quando Liberio, prefetto delle Gallie, donò un terreno al diacono Servando affinché vi creasse un monastero. Nel 528 ospitò San Benedetto, che trascorse alcuni giorni guardando la vita che vi si conduceva e trasse spunto dalla “Regula Magistri” che si osservava per codificare la sua “Regola”, una volta fondato il monastero di Montecassino. La comunità maschile della badia venne soppiantata nel 1233 dalle suore clarisse di Santa Chiara, le quali chiamarono artisti dell'area umbra per decorare la chiesa. I dipinti raffigurano: il ciclo della Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo, l'Anastasis (discesa agli inferi) e il “Noli me tangere” (incontro tra Gesù e la Maddalena), la “Dormitio” e l'Assunzione della Vergine, i Santi Benedetto e Sebastiano e il martirio di quest'ultimo.