BADIA CAMALDOLESE DI SAN PIETRO DI POZZEVERI

ALTOPASCIO, LUCCA

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BADIA CAMALDOLESE DI SAN PIETRO DI POZZEVERI
Localizzazione del sito San Pietro di Pozzeveri, già chiesa abbaziale della Badia di Pozzeveri, si trova nell'omonima località del comune di Altopascio (LU), vicino a quella che durante il medioevo costituiva la sponda nord orientale del Lago di Sesto. L'abbazia era posta a brevissima distanza dal tracciato della via Francigena, e sorgeva su una leggerissima prominenza di circa 20 m s.l.m. che le permetteva di dominare la distesa lacustre e gli acquitrini circostanti. La vicenda storica ricostruita dalle fonti scritte La prima menzione della località di Pozzeveri si ha nell'anno 952, quando Uberto, margravio di Tuscia e figlio di Ugo di Provenza, concede a Teudimondo Fraolmi quinque casis set rebus illis massariciis in loco et finibus ubi dicitur Pozeuli, condotte dai massari Flaiperto, Urso, Pietro, Teuzio e Cerbonio . Nel 1039 la località è nuovamente nominata nelle carte lucchesi come un borgo che comprende due edifici ecclesiastici: la chiesa di Santo Stefano que esse videtur in Burgo de Puctieuli, e la chiesa di San Pietro prope suprascripto burgo de Puctieuli. Successivamente al 1044 il borgo di Pozzeveri e la chiesa di Santo Stefano non saranno più nominate nelle carte arcivescovili, mentre la chiesa di San Pietro, a partire dal 1056, diventa la sede di una comunità di sacerdoti. La nuova canonica, creata seguendo i dettami della riforma della chiesa che in quegl'anni trovava nei vescovi lucchesi e nella città di Lucca particolare vigore, è la terza ad essere istituita nella diocesi lucchese dopo la canonica di Santa Maria a Monte (1025) e la canonica della cattedrale di San Martino (1048). Già nel 1086 i documenti ci parlano di ecclesia et monasterium beati sancti Petri apostoli qui est consctructus in loco ubi dicitur Potieule , ed il riconoscimento della trasformazione della canonica in monastero è sancita nel privilegio del pontefice Urbano II del 1 febbraio 1095, con il quale è stabilito pure il diritto di libera sepoltura . A partire dal 1103 fa la sua comparsa un abbas come rettore del monastero , mentre fino ad allora si era sempre trattato di un rector o di un prior; è probabile che questo cambiamento di titolatura coincida con l'ingresso a Pozzeveri dei Camaldolesi di San Romualdo . Nello stesso anno si ha notizia di un ospedale annesso al monastero e retto da un certo Morando, che sottolinea il rapporto strettissimo dell'istituzione monastica con la viabilità francigena . L'abbazia, riccamente dotata dai nobili porcaresi, suoi giuspatroni, riceve ulteriori donazioni nel corso del XII e XIII secolo ampliando il proprio patrimonio immobiliare . Tra le attività economiche più redditizie dell'ente, insieme ai proventi delle coltivazioni di numerosi appezzamenti di terra situati nella lucchesia orientale, hanno un posto di particolare rilievo le attività molitorie condotta in cinque opifici installati sulla Pescia Minore, a cui vanno aggiunti l'allevamento del bestiame e lo sfruttamento della porzione nord orientale del padule e del lago di Sesto . Dal Libellus extimi lucane diocesis del 1260 l'abbazia di Pozzeveri viene stimata lire 2800 e si colloca, per il patrimonio, fra le istituzioni religiose più ricche della diocesi . Il XIV secolo vede l'area dell'abbazia al centro delle vicende belliche toscane con conseguente danneggiamento del suo territorio e degrado dell'istituzione, che comincia allora la propria decadenza. Nel settembre del 1325 l'abbazia è occupata, insieme ai terreni circostanti, dagli accampamenti dell'esercito fiorentino guidato da Ramondo di Cardona, ed il 22 settembre proprio tra la Badia e Altopascio si svolgono le operazioni militari della celebre battaglia che vide il trionfo di Castruccio. L'abbazia è abbandonata per alcuni decenni dalla comunità di monaci a causa delle guerre continue con Firenze; le rendite sono limitate dalle distruzioni e dai saccheggi che causano lo spopolamento delle terre del monastero. La comunità di monaci si è ormai stabilita a Lucca, nella casa dell' Abbazia fu
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