L’Ospedale Maggiore è una delle istituzioni civiche più antiche di Milano, voluto nel 1456 come "Spedale dei Poveri" dal duca Francesco Sforza e da sua moglie Bianca Maria Visconti in segno di gratitudine a Dio per la conquista del ducato. Questa vita così lunga è raccontata dettagliatamente nei numerosi documenti custoditi nell’Archivio storico, riguardanti la contabilità e l’amministrazione, ma anche il personale, gli acquisti e la gestione dell'ospedale e dell'immenso patrimonio ad esso connesso, che copre gran parte delle campagne del territorio milanese e comprende molte delle più antiche ed importanti cascine. Su un totale di 4 km di scaffali, all'interno di circa 15.000 cartelle e 3.600 registri, oltre a 700 mappe, regesti, testamenti, pergamene dal secolo XI e documenti storici di grande importanza, fra cui l'atto di fondazione di Francesco Sforza e un curioso papiro egizio risalente alla XIX dinastia (1305-1200 a.C.), oltre a i carteggi della direzione medica, di fatto uno scrigno che racchiude la grandezza della società milanese più illuminata e che fornisce uno spaccato della storia socio-economica della città dal medioevo a oggi. L'Archivio ha sede all'interno della Ca’ Granda, edificio iniziato su progetto del Filarete, nell'ala costruita nel 1637 ad opera dell’ingegnere Giovanni Battista Pessina e degli architetti Francesco Maria Richini e Fabio Mangone; gli spazi includono due spettacolari saloni, i "Capitoli", sedi storiche di quello che oggi definiremmo il consiglio d’amministrazione dell’Ospedale. Il “Capitolo d'inverno” o “Capitoletto” realizzato tra 1767 e 1770, è impreziosito da pregiate armadiature intagliate in noce, utili a contenere i documenti e funzionali a isolare termicamente la stanza, rendendola più gradevole e adatta alle riunioni nei rigidi mesi invernali. La sala più grande è il Capitolo d’estate, che ospita 850 metri lineari di scaffalature lignee a due ordini di ballatoi, alte fino al soffitto, la cui volta è decorata con affreschi di Paolo Antonio de’ Maestri detto "il Volpino". Il museo “I Tesori della Ca’ Granda” narra le vite e le storie dei molti milanesi illustri che legarono il proprio nome a questa importante istituzione, donando il frutto della propria scienza medica - come i dottori che qui operarono - oppure ingenti patrimoni - come i grandi benefattori: quasi 1000 ritratti a partire dal XVII secolo in inparte esposti al pubblico, tra cui spiccano autori quali Francesco Hayez, Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Mario Sironi e Carlo Carrà. L’adiacente chiesa ospedaliera dell'Annunciata conserva un'Annunciazione del 1639 di Guercino; la sottostante cripta custodisce i resti dei pazienti deceduti nel secolo XVII e le memorie delle Cinque Giornate di Milano. Oggi sono avviati impegnativi lavori per rendere le sale dell’archivio accessibili ai visitatori per questo serve il sostegno di tutti i milanesi.
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