ARCHIVIO DI STATO DI GENOVA SULLA COLLINA DI CARIGNANO

GENOVA

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ARCHIVIO DI STATO DI GENOVA SULLA COLLINA DI CARIGNANO
nel complesso Monumentale di S. Ignazio sulla collina di Carignano Siamo sulla collina di Carignano, prossima al centro storico e affacciata sul mare, un luogo significativo nella storia dello sviluppo della città, connotato in origine da una distesa di orti, frutteti e giardini. Da qui si può spingere lo sguardo e il pensiero verso “i mondi al di là del mare”. Qui i patrizi genovesi avevano scelto la sede del loro soggiorno estivo, costruendo ville connesse da un sistema di “croze”, con chiese e conventi. Fra le residenze nel 1400 si trovava la villa De Franceschi, aperta su piazza S. Leonardo, trasformata ed ampliata dai Gesuiti, due secoli più tardi, nell’importante Noviziato di S. Ignazio, luogo di religione e cultura, ove si svolgeva la missione di formazione e studio propria dell’Ordine, a cui si aggiunse successivamente la relativa Chiesa. Dopo la Rivoluzione Francese il Complesso fu per lungo tempo utilizzato come caserma, poi abbandonato alla fine dell’ultima guerra, finché nel 1986 iniziò il suo restauro. In occasione di Genova Capitale della Cultura, nel 2004, circa metà del patrimonio dell’Archivio di Stato (dal 1817 ubicato nel Palazzetto criminale) venne trasferita nel Complesso Monumentale di S. Ignazio, da allora ritornato in vita e diventato “luogo di memoria storica e culturale” dedicato alla conservazione dei documenti relativi alla storia della città dal X al XX secolo, oggi dotato di autonomia tecnico-scientifica. Il patrimonio dell’Archivio si colloca negli spazi dell’ex Noviziato dei Gesuiti. Il Salone di Rappresentanza della superstite Villa De Franceschi è oggi dedicato alle attività di studio, mentre la Chiesa di S. Ignazio è adibita a sala convegni. L'Archivio di Stato, istituito nel 1817 per custodire i documenti della Repubblica di Genova, venne incrementato pochi anni dopo con le carte dell'Archivio del Collegio Notarile genovese, consistenti nelle minute superstiti degli atti rogati dal 1154, che costituiscono il più antico ed esteso archivio notarile del mondo. Il cartolare del notaio Giovanni Scriba, che riporta le minute di atti datati 1154-1164, è il registro notarile più antico del mondo e nello stesso tempo il più antico manoscritto cartaceo dell’occidente. Si tratta di un patrimonio vastissimo che si attesta oggi su uno sviluppo di 40 km lineari di scaffali e che fornisce testimonianze, non solo sulla storia della città e della vita della comunità genovese (dall’anno 952), ma anche su quella di tutto il bacino del Mediterraneo e del Mar Nero e sulle prime navigazioni atlantiche. A documenti di eccezionale rarità in lingua bizantina, armena, arabo-maiorchina e turca, si affiancano fonti sulla storia di Cristoforo Colombo, sulla nascita di contratti e strumenti finanziari tuttora in uso, sulle origini del gioco del Lotto. Per la qualità e la ricchezza dei suoi contenuti, l’Archivio di Stato da secoli attrae storici da tutto il mondo e appassionati ricercatori della storia della propria città o della propria famiglia, annoverandosi fra i primi archivi di Italia e tra i più importanti del mondo per il periodo medievale. Al visitatore che sale sulla collina di Carignano l’Archivio rimane quasi nascosto, racchiuso entro gli alti muri che lo circondano: è invece nelle sue sale che si percepisce, grazie alla presenza di una comunità attiva, fatta di studiosi ed esperti, insegnanti e studenti, cittadini e “foresti”, quanto sia vivo come luogo di memoria storica e insieme come luogo aperto alle relazioni e alla divulgazione della cultura per ogni tipologia di visitatori. Ed è in questa duplice immagine, di tutela di un patrimonio culturale di importanza mondiale e di apertura ai “mondi al di là del mare”, che si scopre il fascino del luogo, che è quello della città di cui custodisce la storia: il luogo del cuore.
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