L'edificio sacro sorgeva in posizione dominante sul pianoro della Civita, all'interno della città antica, ed è oggi il più grande tempio etrusco conosciuto ed il più monumentale.
Fu riportato in luce nel 1938 da Pietro Romanelli. I resti visibili testimoniano alcune fasi di vita e di ristrutturazioni a partire almeno dall'epoca arcaica (fine del VII-inizio del VI secolo a.C.), fino all'epoca ellenistica (IV-III secolo a.C.).
L'edificio sorge su un basamento in blocchi di macco costeggiato a sud da una via sacra. Unampia scalea sulla fronte del complesso conduceva alla terrazza superiore. Il tempio vero e proprio, nella sua forma attuale, ha una pianta ad alae con cella, un pronao (ingresso) con quattro colonne e alcuni ambienti retrostanti.
Della decorazione frontonale del tempio si conservano i "cavalli alati", capolavoro della coroplastica etrusca e pochi altri frammenti, tutti esposti nel Salone delle Armi del Museo di Tarquinia.
Si tratta di una lastra di terracotta ad altorilievo, e a tutto tondo nella parte alta, con una coppia di cavalli nell'atto di spiccare il volo, un tempo aggiogati ad una biga di cui resta solo il timone, rappresentata su una lastra andata perduta. L'altorilievo risale alla fase edilizia degli inizi del IV secolo a. C.
L'area sacra sulla Civita, oggetto di frequentazione pluricentenaria, è oggetto di ricerche da molti anni da parte dell'Università degli Studi di Milano.
I risultati delle ricerche più recenti sono oggetto del volume "Tarquinia. Il santuario dell'Ara della Regina. I templi arcaici" a cura di Maria Bonghi Jovino e Giovanna Bagnasco Gianni, edito da L'ERMA di BRETSCHNEIDER (2012). (testo tratto da http://www.cerveteri.beniculturali.it/index.php?it/211/il-santuario-dellara-della-regina-e-i-cavalli-alati)