L'Antico stabilimento termale di Porretta Terme (BO) è situato nell’Appennino, alle pendici del Monte della Croce e lungo il greto del Rio Maggiore, al confine con il territorio pistoiese. In questo luogo sgorgano diverse sorgenti salsobromoiodiche dalle quali traggono il nome gli stabilimenti termali Marte Reale, Donzelle e Leone-Bovi.
Le terme di Porretta, attestate già a partire dal XII secolo, hanno avuto grande impulso nell’Ottocento con la costruzione della ferrovia. Con la definizione di "Terme Alte" si intendeva il complesso degli antichi edifici termali che si affacciano su una piccola piazza caratterizzata da una fontana con vasca.
All’interno delle terme alte si trova la Sala Bibita, detta anche “Grottino Chini”, che è senza alcun dubbio un capolavoro della stagione del Liberty. Realizzata agli esordi del Novecento da Galileo Chini, uno fra i maggiori protagonisti del panorama artistico italiano di quegli anni, l’opera va inserita fra le numerose commesse che l’artista fiorentino concepì per diversi spazi caratterizzanti stabilimenti termali della penisola lungo i primi tre decenni del XX secolo. Fondatore dell’omonima manifattura presso Borgo San Lorenzo, eccentrico ceramista, Chini riuscì a interpretare al massimo quanto richiesto dalla committenza, ideando e quindi dando forma a un piccolo scrigno rivestito di maioliche preziose aperto su un soffitto decorato da infinite stalagmiti in malta toscana. Un luogo incantato che avrebbe ospitato la Sala Bibita delle terme porrettane, ovvero il luogo adibito alla distribuzione e successiva degustazione delle acque salsobromoiodiche chiamate Leone e Donzelle.
Tutto il complesso, in abbandono da vent’anni, versava in stato di forte degrado.
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