ANTICA VIA DI PERCANESTRO.
Ambiente, storia ed arte degli Appennini Plestini.
Tra Umbria e Marche, nella catena centrale dell’Appennino, si aprono suggestivi altopiani, comunicanti tra di loro, che gli storici chiamano Appennini Plestini. Questo appellativo è dovuto a Plestia, centro economico e religioso, attivo già dall’età del ferro fino all’anno Mille.
Oggi questa terra, caratterizzata da piccoli insediamenti umani posti ai margini di vallate più o meno ampie è comunemente chiamata “la montagna”, senza ulteriori appellativi; si presenta spartita amministrativamente tra più comuni di due diverse regioni l’Umbria e le Marche, questa spartizione però contrasta con la comune matrice culturale degli abitanti dell’altopiano.
La viabilità antica e ancora attuale che attraversa questo territorio è quella che scende verso Visso e la Valnerina Umbra e quella che da Cesi nei Piani Plestini si dirige verso Spoleto attraverso la via della Spina, entrambe utilizzate da pastori transumanti e da pellegrini diretti o provenienti da Loreto; la via della Spina è anche nota per il passaggio di Annibale che sui Piani di Popola sconfisse la cavalleria di Centenio.
Santuari e segni della devozione locale, insediamenti preistorici, archeologie e paesaggi della pastorizia: è quanto contiene, non sempre in maniera manifesta, questo itinerario, che si snoda nei due versanti, umbro marchigiano del fosso di Percanestro tra castelli e fortificazioni medioevali, antiche tracce degli umbri plestini, attraversa boschi secolari dove è ancora possibile incontrare il lupo, e, alzando lo sguardo incrociare il volo dell’aquila, santuari terapeutici e chiese i cui affreschi interni dimostrano lo stretto legame tra l’uomo e la natura incontaminata che lo circondava e lo circonda tuttora.