L'anfiteatro di Cuma costituisce uno degli esempi più antichi di anfiteatro in Campania. Esso si trova appena fuori l'area Archeologica di Cuma, il sito flegreo dove si possono trovare l'antro della Sibilla e l'antico insediamento greco. Sorge in particolare fuori le mura meridionali della città, in posizione strategica presso la " croce di Cuma", in confluenza di due tracciati viari che collegavano una delle più antiche colonie della Magna Grecia con gli altri centri dell'area flegrea.
L'anfiteatro fu realizzato tra il II e il I secolo a.C., come uno dei primi anfiteatri "stabili" nella regione. Esso appartiene alla tipologia più antica di tali costruzioni, con analogie con quello di Pompei e con l'anfiteatro minore di Pozzuoli, come è evidenziato anche dall'assenza dei sotterranei. L'abbandono dell'edificio iniziò con le leggi relative alla proibizione dei giochi gladiatori (tra il 325 e il 428 d.C.) e, in modo definitivo, a seguito della guerra greco-gotica (VI secolo).
Il monumento è stato indagato solo parzialmente, tanto è vero che la cavea, suddivisa da moderni terrazzi per le coltivazioni, è attualmente occupata da un frutteto . Ne sono stati messi in luce l'ingresso meridionale, parte dell'arena e delle gradinate della cavea e il muro perimetrale a due ordini di arcate. L'anfiteatro doveva misurare 90 m nella parte lunga dell'ellisse e 70 m nella parte più corta ed era sviluppato probabilmente solo su due livelli.