L’edificio, visibile solo nella metà occidentale perché tagliato dalla strada moderna che ricalca il tracciato di epoca borbonica (1829), sorge a ridosso dell’estremità nord-est del Foro, in una posizione insolitamente centrale rispetto alla collocazione generalmente periferica riservata a questo genere di monumenti negli impianti urbani di epoca romana. Si distinguono due fasi costruttive: nella prima, databile intorno alla metà del I sec a.C. l’anfiteatro ha una cavea in grossi blocchi squadrati di calcare poggianti su una fondazione in colata di malta cementizia ed è dotato di un ingresso allo sbocco occidentale dell’asse maggiore est-ovest. Verso la fine del I sec d.C., l’edificio è ampliato con l’aggiunta di pilastri in laterizio poggianti su un anello continuo di mattoni e malta e di strutture con sostegno ad arco, sempre in laterizio, che vengono addossate al muro in blocchi della prima fase, con lo scopo di sostenere scale di accesso alle nuove tribune dell’edificio, in legno.