ACQUI E L'ACQUESE

ACQUI TERME, ALESSANDRIA

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ACQUI E L'ACQUESE
L'Acquese è un territorio di ca 480km quadrati con ca. 45 mila abit nome già di per sé esplicativo, prende il nome e afferisce alla “capitale” Acqui Terme: l'antico centro termale romano Acquae Statiellae, una porzione del sud ovest della provincia di Alessandria, delimitata dalle odierne province di Genova, Savona e Asti, di cui alcuni comuni di quest'ultima possono ascriversi all'Acquese medesimo, come rientrano ancora oggi, nei territori dell'antica diocesi di Acqui, il genovese comune di Tiglieto con la sua celeberrima e prima Abbazia cistercense in Italia e il comune di Sezzadio, patria di Aleramo, fondatore del Monferrato, con l'altrettanto famosa e ancor più antica Abbazia benedettina di Santa Giustina, edificata nel 722 per volontà di Liutprando re dei Longobardi. La città romana di Acqui Terme deve la sua fama all’antica fonte termale ubicata nel centro del paese la cui icona moderna è rappresentata dall’edicola della Bollente (1870, Giovanni Cerruti) nella piazza omonima, a pochi passi della Bollente è possibile visitare la bellissima Cattedrale di Santa Maria Assunta chiesa madre della Diocesi di Acqui contraddistinta da un imponente portale maggiore scolpito a fine Quattrocento da Giovanni Antonio Pilacorte. All’interno della Cattedrale è conservato l’antico Trittico della Madonna di Montserrat dipinto a olio su tavola opera di Bartolomé Bermejo. Vicino alla Cattedrale è possibile visitare l’antico Castello dei Paleologi all’interno del quale si trova il Museo archeologico e le ex carceri di epoca napoleonica. Appena fuori dall’abitato moderno, presso il corso del torrente Bormida possono essere ammirati i resti dell’antico acquedotto romano. Geograficamente l'Acquese occupa quella parte occidentale della Pianura Padana, con monti non oltre i 900 metri a ridosso dell'Appennino Ligure, percorso dal fiume Bormida, dal Bormida di Millesimo e dal Bormida di Spigno, a cui l'Orba ne delimitava i confini dell'antico Marchesato del Monferrato, separandolo dai territori dell'Ovadese alleati della Repubblica di Genova. Acqui, i cui primi insediamenti risalgono al Neolitico (5500-3500 a.C.) è per secoli a partire dal II e I secolo a.C. la Roma del territorio che seppur abitata da un popolo “barbaro” sconfitto e perdonato dai Romani, viene inglobata nell'impero per le sue caratteristiche, prime fra tutti le sue calde acque termali che sgorgano copiose fino ai giorni nostri. Gli ingegneri romani dell'epoca non si risparmiarono, non solo sono ancora visibili alcune arcate dell'antico acquedotto di 12 chilometri con un dislivello di 50 metri che raccoglieva le acque dell'Erro a Cartosio per portarle nell'urbe, ma in città sono presenti numerose testimonianze importanti e ogni intervento di recupero o di scavi riserva sorprese, grazie agli approvvigionamenti di materiali che provenivano via fiume o attraverso la via Aemilia Scauri che verso nord portava a Derthona (Tortona) e a sud raggiungeva il mare a Vada Sabatia (Vado Ligure). La città che si presenta ancor oggi con un fascino austero e importante ha poi sviluppato nei secoli tutto un percorso medievale con il territorio circostante ed ha visto svilupparsi intorno a se tante realtà, quali Alice Bel Colle, Bistagno, Cartosio, Cassine, Castelletto d’Erro, Castenuovo Bormida, Cavatore, Denice, Grognardo, Malvicino, Melazzo, Merana, Montechiaro d’Acqui, Morbello, Orsara Bormida, Pareto, Ponti, Ponzone, Prasco, Ricaldone, Rivalta Bormida, Spigno Monferrato, Strevi, Terzo, Visone in provincia di Alessandria e Bubbio, Cassinasco, Cessole, Loazzolo, Mombaldone, Monastero Bormida, Olmo Gentile, Roccaverano, San Giorgio Scarampi, Serole, Sessame, Vesime in provincia di Asti ognuna con una sua ricchezza e peculiarità. Sono tante le cose belle e ritrovate di questo territorio, nato grazie ad un fiume che ci è stato donato e ad una strada costruita dall'uomo, che vogliamo ricordare nella sua interezza e che riteniamo valga la pena di vedere.
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