Le superstiti imponenti arcate dell’Acquedotto rappresentano il più cospicuo esempio relativo agli elevati di questa tipologia nell’Italia settentrionale. I pilastri e gli archi del manufatto – riconducibile all’età augustea – sorreggevano il condotto in muratura che portava l’acqua del torrente Erro alla romana Aquæ Statiellæa. Dall’ottocentesco ponte Carlo Alberto sulla Bormida la loro vista è estremamente suggestiva richiamando le ben più celebri vedute della Campagna Romana.
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