L’acquedotto che sorge lungo il margine occidentale di Piazza Garibaldi, una delle piazze più grandi del centro-sud Italia,fu edificato nel 1256 durante il regno di Re Manfredi di Svevia. Esso è rappresentativo della floridezza economica, demografica e culturale che Sulmona aveva raggiunto grazie all’appoggio di Federico II che le aveva riconosciuto un ruolo di primaria importanza. L’acquedotto costituì una grande opera infrastrutturale a servizio di una città, all’epoca molto attiva e da sempre ricca di acque,come ci ricorda il poeta Ovidio, nato a Sulmona il 20 marzo del 43 A.C., nei suoi versi. E’ probabile che l’acquedotto svevo ricalchi il percorso di una precedente condotta idrica di epoca romana.L’acqua del fiume Gizio, captata a monte dell’abitato, venne così convogliata in un canale, fino a scorrere a pelo libero sulle magnifiche arcate ogivali sostenute da massicci piloni in pietra calcarea locale, fino a scaturire freschissima nelle fontane.