ACQUEDOTTO BORBONICO

FAETO, FOGGIA

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ACQUEDOTTO BORBONICO
Se siete claustrofobici questo non è un posto per voi. Perché adesso si scende giù, sotto Monte Cornacchia. Indossiamo un caschetto con la lucetta in fronte. E percorriamo una galleria che va dritta al cuore del bosco, lunga almeno centoventi metri e non più larga di due, che alla fine finisce con una biforcazione verso due nuovi tunnel di altri quaranta metri circa. Esatto! È un’enorme ipsilon sotterranea di pietra. Ah dimenticavo. È fredda, umida ed abitata da insetti grossi così. Ok non è il posto più ospitale del mondo. Ma se siete appassionati di speleologia, se amate le caverne, la storia o semplicemente sfidare le vostre paure, allora questo posto può fare al caso vostro e regalarvi un’esperienza insolita ed emozionante. La galleria è in realtà un vero e proprio acquedotto, peraltro ancora funzionante, costruito al centro della montagna di Biccari in epoca borbonica, rigenerato in perfetto stile fascista nei primissimi anni del Ventennio e definitivamente completato nell’immediato dopoguerra addirittura utilizzando scarti di materiale bellico tedesco. Più che un’opera è una testimone di oltre due secoli di storia dei Monti Dauni (e non solo). E da poco, grazie ad un progetto sperimentale, può essere visitata e percorsa fino ad arrivare alla sorgente dove tutto ha inizio, per toccare con mano l’acqua purissima che nasce nella montagna ed arriva in paese. Stando bene attenti alle piccole stalattiti che pendono dal soffitto, alle gocce che fuoriescono dalla roccia e al buio che vi si apre davanti.
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