Il sito medievale di Acermontis è ubicato nella foresta demaniale di Lagopesole e domina sulla Valle di Vitalba. Le prime testimonianze riguardo la città risalgono al 9 giugno 1152, in un documento che enuncia le parrocchie e i casali sotto la giurisdizione del vescovo di Rapolla, «Era un centro abitato, con castello sito a sud-est dell’odierna frazione di Filiano, denominata Scalera, […] al tempo dei romani era un importante nodo stradale, dove la via Erculeia si incrociava con la strada che, partendo da Venosa, congiungeva l’Appia Antica con la Via Popilia, a Marcelliana nel Cilento, dopo aver attraversato la Valle di Vitalba e l’Appennino Lucano nei pressi del Monte S. Croce. Sotto il governo di Carlo I d’Angiò, nel 1267-68, Agromonte prese parte alla rivolta Ghibellina, il suo castello e il suo abitato furono molto danneggiati….».
Anche Giustino Fortunato ne parla nella sua opera "il castello di Lagopesole" affermando che “sorge Agromonte sul dosso di un promontorio che scende al ponte Cerasale presso la confluenza con il Torrente Sterpito […] Il suo nome è sempre vivo tra gli abitanti della Valle: vivo come i suoi pochi ruderi fra le annose querce del bosco, al di sopra della galleria omonima del tratto di strada ferrata dalla stazione di Forenza a quella di Lagopesole: in alto la bicocca, al basso la chiesetta, e questa dall'abside ancora visibile, ancora cinta di sepoltura”.