L’abbazia di Santa Maria di Corazzo, i cui ruderi imponenti affascinano i suoi visitatori, fu fondata dai monaci Benedettini nel corso dell’XI secolo nei pressi del fiume Corace, in Calabria, per poi passare intorno all'anno 1000 ai monaci cistercensi. L'apice del suo splendore si raggiunge grazie alla presenza del grande padre spirituale Gioacchino da Fiore, che a Corazzo fu abate dal 1177 fino al 1187. La struttura dell’abbazia conserva ancora oggi un chiaro impianto architettonico e funzionale. Le comunicazioni con l’esterno avvenivano tramite una grande porta presso cui stazionava un monaco e tutti gli edifici erano posizionati attorno al chiostro, rigorosamente quadrato secondo i dettami cistercensi, con al centro il pozzo e il lavabo sul lato orientale. La chiesa, a croce latina con abside rettangolare e transetto, era disposta sul lato nord e occupava la parte più elevata del terreno. Nella sua parte settentrionale è ancora visibile la porta dei morti che immetteva nel cimitero monastico.
Di recente i lavori per una nuova linea elettrica a ridosso dell'abbazia non solo hanno deturpato l'aspetto paesaggistico del sito ma hanno provocato danni archeologici di cui l'azienda responsabile è stata chiamata a rispondere. L'intervento del Fai può essere decisivo per conservare e tutelare l'abbazia di Corazzo che è patrimonio dell'intera regione.