L’abbazia di San Pietro in Cuppis (fra “le coppe” = colline) è uno degli edifici più antichi di Ischitella e del Gargano, posta su di un altopiano a 300 m slm.
Le prime documentazioni risalgono al 1058, nella bolla papale Iustis Petitionibus, dove venne definita dal pontefice Stefano IX “cella benedettina di San Pietro in Cuppis”. Nel 1777, a causa di un terremoto, gran parte del monastero fu distrutto, dove in seguito fu ristrutturato, dove si celebrò la messa fino al 1920.
L’edificio è molto antico ed ha uno stile romanico-bizantino, infatti vive in uno stato di degrado da ormai molti anni. E’ invasa da macerie e sterpi, con il rischio che vari manufatti vengano trafugati, dato che non possiede un custode. Il degrado, sta causando alla muratura portante della basilica, delle crepe e dei piccoli crolli che a breve termine potrebbero causare danni maggiori. Nella zona absidale interna, l'incuria e gli agenti atmosferici continuano a cancellare i preziosi affreschi.