Un’estate in mostra: sei esposizioni da visitare nei Beni FAI

Un’estate in mostra: sei esposizioni da visitare nei Beni FAI

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Un’estate in mostra: sei esposizioni da visitare nei Beni FAI
Appuntamenti

19 luglio 2023

Approfitta di un tempo “più lento” per una visita nei Beni FAI che ospitano esposizioni d’arte moderna e contemporanea, scatti d’autore e allestimenti inediti: sei percorsi artistici racchiusi in altrettanti contesti di natura e bellezza, che raddoppieranno l’interesse e il piacere della tua esperienza.

Massimo Micheluzzi al Negozio Olivetti – Venezia

Massimo Micheluzzi, veneziano entrato in contatto con il mondo del vetro fin da giovanissimo grazie alla frequentazione con la famiglia de Santillana, erede della leggendaria fornace Venini, ha appositamente realizzato per il Negozio Olivetti di Piazza San Marco 44 vasi eseguiti in opus sectile e mosaico in vetro soffiato. Le opere della collezione – in mostra fino al 24 settembre – aprono un dialogo ideale con l’architettura degli ambienti progettati da Carlo Scarpa. Un confronto che, per Micheluzzi, si gioca sull’essenza del linguaggio dell’architetto veneziano e sul profondo legame di entrambi con la città lagunare.

Ex Natura. Nuove opere dalla Collezione di Giuseppe Panza di Biumo – Varese

A Villa e Collezione Panza a Varese potrai visitare fino al 1° ottobre Ex natura. Nuove opere dalla Collezione di Giuseppe Panza di Biumo che riunisce 46 lavori di 10 differenti artisti, realizzati tra i primi anni Ottanta e gli anni Duemila. L’esposizione indaga la relazione tra due polarità, natura e forma, e il modo in cui si riformulano di artista in artista, di opera in opera, dando origine e vita a consonanze e dissonanze, letture e suggestioni, significati e messaggi, alcuni dei quali, a partire dalla natura come fonte di ispirazione e motore di creazione, sono precoci moniti alla tutela dell’ambiente.
Ex Natura è un progetto espositivo che scaturisce dalla recente donazione, da parte di Rosa Giovanna Panza, di 108 lavori realizzati da 26 artisti europei e americani, già appartenenti alla collezione privata di famiglia e che ora vanno a integrare la raccolta permanente della Villa.

L’età dell’innocenza. Il Rinascimento a Bergamo e Brescia intorno al 1900 – Bergamo Alta

Un viaggio nel tempo è ciò che attende chi visiterà fino all’8 ottobre a Palazzo Moroni L’età dell’innocenza. Il Rinascimento a Bergamo e Brescia intorno al 1900.
Nella Sala da ballo al piano nobile sono esposti per l’occasione 12 capolavori del Cinquecento bergamasco e bresciano, provenienti da collezioni private: opere di maestri come Moroni, Lotto, Savoldo, Moretto e Previtali.
Nell’anno in cui si celebra Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura, questa mostra racconta – attraverso un originale allestimento – i primi del Novecento, ovvero un altro “Rinascimento”, quando le ricche e nobili famiglie locali, come i Moroni, accumulate nel tempo preziose raccolte nei loro palazzi, aprivano le porte a visitatori e conoscitori d’arte di tutto il mondo, in viaggio in Italia alla ricerca di opere da scoprire o da acquisire per i nascenti musei nazionali o per collezionisti privati.

Adriano Pallini. Una collezione di famiglia – Milano

Fino all’8 ottobre Villa Necchi Campiglio ospita la mostra Adriano Pallini. Una collezione di famiglia: una selezione di opere d’arte dalla collezione di Adriano Pallini (1897-1955), il sarto che, dagli anni Venti, nel suo atelier in Via dell’Orso a Milano, grazie alla relazione di reciproca stima e di amicizia con numerosi artisti suoi clienti, avviò una delle più importanti collezioni private di pittura e scultura del Novecento.
Adriano Pallini iniziò la sua celebre raccolta frequentando l’ambiente delle gallerie d’arte e gli studi degli artisti, “vestendo” personalità come Giorgio de Chirico, Mario Sironi, Massimo Campigli, Piero Marussig, Arturo Martini, Achille Funi, Pompeo Borra, Lucio Fontana, Antonio Corpora e tanti altri.
Di Adriano Pallini, tuttavia, non si vuole raccontare soltanto la passione per l’arte, ma anche la storia professionale; per questo, al primo piano della villa è riproposto l’atelier attraverso documenti originali, i libri delle misure e gli strumenti di lavoro: le forbici, i gessetti, i cartamodelli.

VOLTI. La pittura italiana di ritratto nel XX secolo – Lago di Como

ArchiViVitali, in collaborazione con il FAI, presenta la mostra collettiva VOLTI. La pittura italiana di ritratto nel XX secolo in due sedi espositive: lo Spazio Circolo a Bellano (LC) e Villa del Balbianello, a Tremezzina (CO), che per la prima volta apre a un progetto d’arte contemporanea.
VOLTI celebra la pittura di ritratto tra Novecento e contemporaneità, tra committenza e libera interpretazione, attraverso più di 60 opere di artisti italiani realizzate dal 1910 a oggi, che testimoniano l'evoluzione di questo genere pittorico e riflettono sulla sua importanza storica e attuale.Il progetto si sviluppa sulle due sponde del Lago di Como, mettendo in dialogo quella lecchese con quella comasca: un invito alla scoperta di due luoghi altamente rappresentativi, un piccolo viaggio lungo la via d’acqua che unisce due opposti tradizionalmente «lontani», il ramo manzoniano e quello comasco.
A Villa del Balbianello i dipinti saranno allestiti negli ambienti adiacenti alla Loggia e integrati con l’attuale collezione di stampe e di libri.La mostra, a cura di Luca Beatrice, ideata da Velasco Vitali e prodotta da ArchiViVitali, sarà visitabile fino al 12 novembre.

Gianni Berengo Gardin – San Fruttuoso di Camogli – Levante Ligure

La mostra Gianni Berengo Gardin – San Fruttuoso di Camogli, allestita in due ambienti dell’Abbazia fino al 7 gennaio 2024, presenta 28 fotografie in bianco e nero scattate dal celebre fotografo nel 2020, all’età di novant’anni.
Grazie al gioco di contrasti tipico dell’autore, gli scatti esprimono tutta la meticolosità, la passione, l’attenzione ai dettagli e alle persone che da sempre animano il suo lavoro.
Dopo aver dedicato a Camogli, di cui è cittadino onorario, un progetto fotografico nel 2008, Berengo Gardin firma sulla costa ligure un nuovo reportage realizzato durante il periodo della pandemia: l’emergenza e la straordinarietà di quei mesi hanno permesso di ottenere immagini particolarmente suggestive, che mostrano San Fruttuoso come un luogo di meditazione in una situazione di completo isolamento.

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