Progetto Genesi e i volontari di FAI Ponte tra culture

Progetto Genesi e i volontari di FAI Ponte tra culture

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Progetto Genesi e i volontari di FAI Ponte tra culture
Dal territorio

03 novembre 2021

“Ecco perché ho deciso di parlare della notte memorabile e terribile in cui mio padre e mia nonna furono deportati. Ai visitatori di Villa e Collezione Panza ho raccontato come arrivarono in Kurgan e cosa trovarono a casa quando tornarono dopo dieci anni di prigionia in Siberia”.

La mostra itinerante “Progetto Genesi. Arte e diritti umani”, inaugurata a Villa e Collezione Panza il 21 settembre sarà visitabile nel Bene FAI di Varese fino all’8 dicembre.

Questa mostra unica nel suo genere offre al FAI l’occasione di riportare all’attenzione del suo pubblico la funzione sociale dell’arte come strumento potente, e capace di parlare a tutti.

Le opere degli artisti nella Collezione Genesi, infatti, denunciano violazioni inaccettabili e suscitano riflessioni che rimandano ai massimi problemi dell’umanità e a questioni esistenziali, personali e collettive.

Il FAI partecipa alla missione educativa del Progetto Genesi coinvolgendo i volontari delle Delegazioni FAI e in particolare i mediatori di FAI Ponte tra culture: cittadini italiani, ma di origine straniera, che collaborano con il FAI nella sua opera di valorizzazione del patrimonio culturale, di cui arricchiscono il racconto sottolineando contatti e gli intrecci che legano e avvicinano le diverse culture, oltre che con visite guidate nelle diverse lingue madri.

Per il pubblico della mostra sono disponibili oltre 40 podcast, realizzati dai volontari FAI Ponte, fruibili attraverso il proprio smartphone, che raccolgono le testimonianze dirette, personali e talvolta commoventi, e riferite alle sei sezioni tematiche in cui si articola l’esposizione – vittime del potere, il colore della pelle, identità multiculturale, condizione femminile, memorie di un popolo, tutela dell’ambiente - nell’intento di rafforzare la suggestione delle opere e i messaggi veicolati dalla mostra.

A Villa e Collezione Panza, il primo e l’ultimo sabato del mese, è possibile incontrare alcuni volontari FAI Ponte, che accolgono i visitatori con le proprie testimonianze. Di seguito quella di Lilia Bicec - Volontaria del Gruppo FAI Ponte tra culture di Brescia - originaria della Repubblica della Moldova, per la sezione Vittime del potere.

«Faccio parte del Gruppo FAI Ponte tra Culture di Brescia da molti anni e la ricchezza culturale accumulata fino ad oggi è inestimabile. Partecipare come mediatore culturale alle giornate organizzate dal FAI ha ampliato il mio orizzonte storico-culturale, permettendomi di scoprire le stratificazioni millenarie del Paese in cui ho scelto di vivere. Mi ha dato la possibilità non solo di conoscere meglio l’Italia, ma mi ha anche offerto l’opportunità di presentare il mio Paese d’origine, la Repubblica di Moldova.

Come mediatore culturale del gruppo ho partecipato alla narrazione della mostra itinerante “Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani” scegliendo la tematica: “Le vittime del potere”. La divulgazione dei reati perpetrati contro cittadini inermi durante il regime stalinista - le deportazioni - è un diritto civile e un dovere nazionale. È una tragedia che ha segnato la vita di migliaia di famiglie della Bessarabia, compresa la mia. Ecco perché ho deciso di parlare della notte memorabile e terribile in cui mio padre e mia nonna furono deportati. Ai visitatori di Villa e Collezione Panza ho raccontato come arrivarono in Kurgan e cosa trovarono a casa quando tornarono dopo dieci anni di prigionia in Siberia.

Partecipare al progetto attraverso la narrazione dal vivo mi ha dato la possibilità di far conoscere alle persone presenti alla mostra un pezzo, occultato, della storia del mio Paese, il che mi ha donato un senso di grande conforto. Rivendicare la memoria di coloro i quali hanno dovuto vivere il calvario della deportazione è stato come lanciare al mondo un messaggio disperato, nella speranza di essere ascoltata. Ho menzionato ai visitatori italiani del Bene FAI anche le dolorose vicende dei loro connazionali, militanti del Partito Comunista che, in fuga dal fascismo, hanno scelto l’allora Unione Sovietica come rifugio, senza sapere che un giorno sarebbero, essi stessi, stati deportati in Siberia. Ho diffusamente descritto questo tragico evento anche nel mio ultimo libro, “Lager 33”, ma penso sia necessario ribadire e rivendicare l’importanza della testimonianza storica, fiduciosa che il sacrificio di tanti uomini dimenticati sia di monito alle future generazioni affinché simile orrori non abbiano ad accadere mai più.

Grazie a “Progetto Genesi. Arte e Diritti Umani” e alle sue tematiche rilevanti, attuali, incalzanti e drammatiche, legate al passato, al presente e al futuro, i visitatori non possono rimanere indifferenti all’invito alla riflessione e al supporto offerto per una migliore comprensione delle problematiche del mondo, così come della storia dimenticata. Riportando la testimonianza delle tragiche vicissitudini di mio padre spero di essere riuscita a sensibilizzare il pubblico in visita alla sezione “Vittime del potere”.

Parlare dal vivo di qualunque tematica stringente oppure testimoniare delle atrocità del passato è il modo, a mio parere, più adeguato per arrivare alla mente e al cuore della gente».

Lilia Bicec

La presenza dei mediatori a Villa e Collezione Panza è possibile grazie al contributo dell’Associazione Amici del FAI, da sempre presente per sostenere il progetto FAI Ponte tra culture.

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