Piani Paesaggistici: istruzioni per l’uso

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Piani Paesaggistici: istruzioni per l’uso
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18 novembre 2021

Presentato al Castello di Masino il progetto di sperimentazione per l’attuazione del Piano Paesaggistico regionale promosso da Regione Piemonte, Ministero della Cultura e Fondazione Compagnia di San Paolo a cui anche il FAI ha offerto il suo contributo.

Nonostante la giornata uggiosa hanno partecipato in tanti, lunedì 15 novembre, all’incontro di presentazione del progetto di sperimentazione per l’attuazione del Piano Paesaggistico Regionale organizzato da Fondazione Compagnia di San Paolo e ospitato al Castello di Masino, Bene FAI coinvolto nel progetto.

Obiettivo dell’appuntamento, raccontare le potenzialità del Piano Paesaggistico Regionale come strumento non solo utile all’amministrazione e alla tutela del territorio, ma funzionale, e anzi finalizzato anche al suo sviluppo e alla valorizzazione attraverso la creazione di nuove e virtuose sinergie tra cittadini, associazioni e imprese locali.

La Regione Piemonte è una delle poche – quattro – ad aver completato, nel 2017, la redazione del Piano Paesaggistico in collaborazione con il Ministero della Cultura: un piano dettagliato del territorio piemontese che fotografa lo stato attuale dal punto di vista urbanistico, ma anche agricolo, naturalistico e storico-culturale, anche offrendo carte tematiche che ne raccontano la “biografia” ovvero la sua evoluzione nel tempo. Uno strumento nato per tutelare e promuovere il paesaggio, e per questo redatto in collaborazione con il Ministero della Cultura, ma che ha la finalità di pianificare anche la sua trasformazione, in termini di opere piccole e grandi necessarie allo sviluppo, anche e soprattutto, oggi, in chiave di transizione ecologica e di sostenibilità, e quindi in relazione, per esempio, alle sfide del PNRR o Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza lanciato dal Governo.

A fronte di un grande sforzo nella redazione del Piano, tuttavia, questo strumento fatica ancora a trovare applicazioni concrete in direzione dello sviluppo locale, ed è per questo che Fondazione Compagnia di San Paolo, in collaborazione con la Regione e la Soprintendenza di Torino, ha deciso di sostenere questo progetto che stimola, con il supporto di competenze esterne, su tre aree campione – una delle quali è proprio l’Eporediese -, lo sviluppo di progetti di territorio, per la valorizzazione culturale, sociale ed economica. Il piano, infatti, ha permesso di individuare gli elementi su cui si fondano l’identità e il valore del territorio e che sono leve per il suo sviluppo. Intorno a questi elementi sono nati gruppi di lavoro e si è avviato un processo collaborativo da cui sono emerse in particolare tre azioni strategiche:

  • promuovere filiere integrate tra agricoltura, turismo e cultura;
  • attivare iniziative per una maggiore conoscenza del paesaggio da parte delle nuove generazioni;
  • stendere un “abaco” del paesaggio rurale e un atlante dei vigneti e individuare nella Via Francigena un potenziale elemento catalizzatore.

Così, a seguito di una presentazione generale della ricerca, e del rapporto finale, curato da Anna Marson, docente di Pianificazione del Territorio all’Università IUAV di Venezia e coordinatrice scientifica della ricerca, l’incontro si è incentrato sul racconto di alcuni progetti scaturiti da questa sperimentazione. Tre gruppi di lavoro, formati da rappresentanti di associazioni, enti e imprese locali, hanno presentato nel metodo e nei risultati progetti che, ad esempio, valorizzano il paesaggio storico e produttivo delle caratteristiche vigne del Canavese o il percorso storico della Via Francigena come asse per la promozione turistica e culturale.

Al terzo gruppo di lavoro ha partecipato anche il FAI, con il Castello di Masino, che insieme alla cooperativa ZAC! e al Gruppo di Acquisto Ecoredia ha organizzato un evento, che si ripeterà in futuro, dedicato alla scoperta del Canavese lungo quattro percorsi ciclistici.

In sala, Laura Papotti, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino, che ha sottolineato il valore del paesaggio nella sua accezione più ampia di contesto e insieme di valori intangibili generati dall’interazione dinamica tra uomini e natura, così come enunciato dalla Convenzione di Faro. Un principio che indirizza anche le strategie del FAI, come ha sottolineato la Vice Direttrice per gli Affari Culturali Daniela Bruno, ponendo l’accento sulla volontà del Fondo per l’Ambiente Italiano di investire su piani d’azione rivolti alla diffusione di una “coscienza di luogo” che accresca la conoscenza, valorizzi le peculiarità identitarie di un territorio e richiami chi lo abita alla responsabilità della sua tutela per un beneficio collettivo.

Sviluppo territoriale fondato dunque sui valori del paesaggio, un tema ripreso anche da Francesco Profumo, Presidente di Fondazione Compagnia di San Paolo che ha recentemente ridisegnato le proprie strategie con l’intento di porsi come agente di sviluppo integrato, alla luce di politiche più aderenti al mutato contesto contemporaneo. Uno scenario che, sempre più, vede nell’interconnessione di Ambiente e Cultura una leva di sviluppo sostenibile, come ha ribadito anche il Vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso nel suo breve messaggio in video.

La soddisfazione dei protagonisti dei progetti e l’interesse dell’uditorio hanno reso evidente il successo di questa sperimentazione: una pratica esemplare che si pone come modello replicabile anche in altri territori e che restituisce con evidenza la portata strategica dei Piani Paesaggistici Regionali, che sono tutt’altro che documenti formali, bensì strumenti utili ed efficaci per lo sviluppo culturale, ed anche economico, di territori e comunità.

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