Castello di Avio: il restauro del restauro della Casa delle Guardie

Castello di Avio: il restauro del restauro della Casa delle Guardie

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Castello di Avio: il restauro del restauro della Casa delle Guardie
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16 gennaio 2023

L’intervento sul ciclo di affreschi della Casa delle Guardie al Castello di Avio, in Trentino, è stato un restauro del restauro in quanto si è agito su alcune porzioni degradate, già oggetto di un precedente intervento dei primi anni Novanta.

Gli affreschi della Casa delle Guardie del Castello di Avio risalgono con buona probabilità alla metà del 1300, anche se gli studi storici non hanno dato risultati certi, e probabilmente sono opera di un artista locale, di indubbie capacità, del quale non si conosce il nome.

Sono opere di grande importanza storico-artistica in quanto «costituiscono uno dei cicli cavallereschi più significativi della nostra penisola» (da Lionello G. Boccia, I guerrieri di Avio nei Quaderni del FAI, Electa, 1991) e sono un prezioso documento che racconta il mondo e i costumi dei guerrieri che animarono il castello all'ingresso del Trentino in quell’epoca così lontana e così affascinante.

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Francesca Fossati, Direttore Lavori ci ha raccontato che a una prima analisi degli affreschi avevamo evidenziato poche aree di degrado, in forma abbastanza lieve e omogenea, prefigurando un intervento abbastanza semplice e circoscritto.

Invece, come spesso accade, dopo le prime analisi e campionature, gli intonaci hanno rivelato un’ampia varietà di situazioni da trattare e una maggiore consistenza delle stesse, mettendo alla prova la competenza e le capacità della squadra di lavoro, ben diretta anche dalla Soprintendenza della Provincia Autonoma di Trento.

Non si è trattato di un normale restauro, ma del restauro del restauro, ovvero si è intervenuti su alcune porzioni degradate, già oggetto di un intervento dei primi anni Novanta.

Purtroppo, non c’è documentazione specifica di quel lavoro, ma era abbastanza chiaro che queste parti erano integrazioni e risarciture di qualche decennio fa, ben differenti dalla materia antica che distingue i nostri affreschi.

Tutte le superfici affrescate erano interessate dall’alterazione di alcuni interventi di chiusura delle lacune realizzate nel precedente restauro, fenomeno che disturbava la lettura di queste decorazioni e soprattutto delle belle scene della Stanza delle battaglie.

In sostanza si trattava di numerose stuccature di modesta entità, che si distinguevano nettamente dalle malte originarie per la composizione più liscia e chiara; talvolta erano prive di colore o più spesso erano cromaticamente virate. Queste due problematiche erano correlate in alcune lacune, mentre altre presentavano solo un’alterazione cromatica, che interrompeva la fluidità della composizione pittorica.

Le porzioni degradate sono state rilevate e individuate nelle mappature della fase progettuale, condivisa con la Soprintendenza competente, documentando così l’intervento da farsi.

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I restauratori, guidati da Silvia Invernizzi, hanno lavorato con estrema cura su queste aree – spesso piccole e localizzate in modo sparso sulle pareti – dapprima sostituendo le malte incoerenti con nuovi impasti più simili agli originali, attentamente modulati per intonarli alle situazioni differenti (assai evidenti sono le disuguaglianze tra la zoccolatura e le parti alte).
Successivamente i restauratori hanno realizzato l’integrazione cromatica a “tratteggio” (comunemente più conosciuto come “rigatino”): lavoro eccezionale, molto minuzioso e delicato per la varietà dei toni cromatici da accordare.
Si tratta di una tecnica difficile e impegnativa, ormai quasi in disuso sugli affreschi, ma nel nostro caso necessaria in quanto utilizzata nel precedente restauro e quindi indicata dalla Soprintendenza durante i sopralluoghi congiunti.

Questo lavoro a tratteggio è stato realizzato sia sulle porzioni di rifacimento che in molte altre parti che erano alterate, ma che presentavano solo un degrado superficiale.

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Il restauro della Casa delle Guardie si è rivelato un lavoro delicato, puntuale e molto leggero, ma anche profondo per le tecniche e i criteri utilizzati, di grande rispetto per le parti originarie che non sono state toccate seppure anche molto sbiadite e alterate in alcuni punti.

Oltre ad aver risanato le parti deteriorate, il risultato finale del lavoro è una maggiore nitidezza e leggibilità complessiva delle rappresentazioni e delle decorazioni dipinte, particolarmente apprezzabile nelle scene delle battaglie così ricche di dettagli figurativi, che hanno mantenuto le cromie originali.

I lavori sono stati possibili grazie ai contributi raccolti con Artbonus, e proseguiranno con l’ideazione e l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione più efficiente dell’attuale, sia in termini di risparmio energetico sia di resa e lettura degli affreschi.

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