Al MAXXI la mostra “Scarpa/Olivetti. Brani di una storia condivisa”

Al MAXXI la mostra “Scarpa/Olivetti. Brani di una storia condivisa”

Condividi
Al MAXXI la mostra “Scarpa/Olivetti. Brani di una storia condivisa”
In primo piano

03 dicembre 2021

Dal 3 dicembre 2021 al 29 maggio 2022 al MAXXI di Roma la mostra “Scarpa/Olivetti. Brani di una storia condivisa”: il racconto di venti straordinari anni di collaborazione tra Carlo Scarpa e Adriano Olivetti.

Carlo Scarpa e Adriano Olivetti si incontrano per la volta nel 1952 e collaborano fino all’improvvisa morte dell’imprenditore (febbraio 1960); più oltre, Scarpa continua la collaborazione con l'azienda di Ivrea, che dura oltre vent'anni. Il connubio Scarpa-Olivetti vede nascere, quale primo progetto, il famosissimo Negozio Olivetti di Piazza San Marco a Venezia, dal 2011 affidato in concessione al FAI da Generali Italia. Seguono il progetto per la Colonia montana di Brusson in Valle d’Aosta (poi non realizzata perché Scarpa non si aggiudica il concorso) e la mostra per British Olivetti a Londra. Queste imprese sono raccontate nella mostra “Scarpa/Olivetti. Brani di una storia condivisa” a cura di Elena Tinacci esposta al MAXXI dal 3 dicembre 2021 al 29 maggio 2022 e dettagliate attraverso disegni, fotografie, documenti e pubblicazioni provenienti dall’Archivio Carlo Scarpa custodito dal MAXXI Architettura.

Commenta Margherita Guccione, Direttore del MAXXI Architettura: «La relazione tra Scarpa e Olivetti ci consente di raccontare una pagina di eccellenza della storia italiana del Novecento. Un'opportunità resa possibile dall'archivio professionale di Carlo Scarpa, conservato nelle collezioni di architettura del MAXXI, un prezioso patrimonio documentario che nel tempo ci ha dato molteplici occasioni di studio e ricerca ma anche di valorizzazione, svelando i tanti e suggestivi significati dell'opera del maestro veneziano».

La mostra

Il rapporto di Carlo Scarpa con l’imprenditore d’Ivrea, e più in generale con il “mondo Olivetti”, è profondo: trova origine e si consolida all’interno della variegata “comunità” olivettiana, che costituisce un ampio contesto di valori. Le diverse occasioni di contatto tra i due si inseriscono, infatti, in una più poliedrica rete di relazioni, dirette e indirette, con figure legate all’arte, alla politica, all’università e alla cultura in generale. Ne deriva un rapporto di committenza atipico in cui si scopre una vera e propria condivisione di valori, nonché una convergenza su temi e vicende che hanno finito per segnare profondamente la cultura architettonica italiana nel Novecento.

Il primo incontro tra Scarpa e Olivetti ha luogo nel 1952 in occasione del IV Congresso dell’Istituto Nazionale di Urbanistica a Venezia. Il nome e l’opera dell’architetto veneziano, cui nel 1956 viene anche assegnato il premio Olivetti per l’architettura, iniziano a trovare in quegli anni una certa risonanza sulle pagine di alcune pubblicazioni di Edizioni di Comunità, la casa editrice specializzata in scienze sociali di cui è ispiratore e animatore lo stesso Adriano Olivetti, e attraverso l’intermediazione di autorevoli figure della storia e della critica d’arte e di architettura, come Bruno Zevi, Carlo Ludovico Ragghianti, Sergio Bettini, Licisco Magagnato, Giuseppe Mazzariol e Pier Carlo Santini.

Il rapporto di stima professionale e personale instauratosi tra Carlo Scarpa e Adriano Olivetti si è quindi tradotto più volte in occasioni progettuali su committenza dell’impresa di Ivrea, anche in seguito alla morte del suo carismatico fondatore, nel 1960. Tra queste, il ben noto showroom di piazza San Marco a Venezia (1957-58) – capolavoro dell’architettura del Novecento – occupa un ruolo speciale, per importanza strategica ed esiti raggiunti, nonché per avere introdotto nel mondo olivettiano una tipologia di spazio che ibrida le necessità di vendita con quelle legate al posizionamento e all’espressione dei valori aziendali. È ben nota, in questo senso, la definizione del committente che chiede a Scarpa un “biglietto da visita” su Piazza San Marco: il Negozio Olivetti si posiziona a metà tra uno spazio espositivo di tipo artistico, al pari di una galleria d'arte, e uno di tipo tradizionale, dedicato alle macchine da scrivere della storica azienda di Ivrea. Tra le altre imprese di Scarpa si annoverano anche la sua partecipazione al concorso bandito dalla Olivetti nel 1955 per la realizzazione di una colonia montana a Brusson in Valle d’Aosta e, nel 1969, l’allestimento, su incarico di British Olivetti, della mostra Frescoes from Florence ospitata presso la Hayward Gallery di Londra, quest’ultimo un segno di riconoscenza per gli aiuti forniti dal popolo inglese alla città di Firenze durante l’alluvione del 1966.

I tre progetti realizzati da Carlo Scarpa su committenza Olivetti, rispettivamente a vocazione commerciale, sociale e culturale sono espressione emblematica del complesso programma architettonico di Olivetti e attestano punti di convergenza e sintonia e campi di impegno condivisi con Scarpa.

La mostra contribuisce al racconto di questa storia, ancora poco nota in tutte le sue molteplici sfaccettature.

La curatrice della mostra Elena Tinacci racconta il Negozio Olivetti

News correlate

Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te