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VILLA ATTIMIS, FRESCHI, PICCOLOMINI

VILLA ATTIMIS, FRESCHI, PICCOLOMINI

CORDOVADO, PORDENONE

577°

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VILLA ATTIMIS, FRESCHI, PICCOLOMINI
Cordovado si trova agli estremi confini della Provincia di Pordenone e a diretto contatto con il portogruarese. La Villa seicentesca Freschi Piccolomini, sorta sulle antiche rovine del castello di Cordovado subì, da parte della famiglia Freschi subentrata per eredità matrimoniale alla famiglia Attimis, agli inizi dell’Ottocento alcune modifiche operate da Carlo Sigismondo Freschi di Cuccanea. Nel 1820 Carlo Sigismodo fece abbattere i tratti di mura prospicenti l’edificio per estendere verso la campagna il parco rimodellato secondo influenze romaniche; successivamente furono abbattuti o modificati gli edifici rustici circostanti, mentre il medesimo palazzo subì modifiche nelle ali sud-orientale, con la costruzione di corpi neo-rinascimentali e di gusto classicheggiante. Nel 1941 i beni passarono ai Piccolomini di Siena, tuttora gli attuali proprietari. Il giardino e il parco: sono organizzati intorno alla villa seicentesca e occupano un’area interna al borgo (il giardino) ed una più vasta extra-moenia (il parco). L’area del giardino, anteriormente e posteriormente la villa, è pianeggiante, mentre il parco di impronta romantica ed impianto all’inglese si sviluppa su terreno morfologicamente caratterizzato da lievi dislivelli raccordati da sentieri in pendio. Il parco paesaggistico sapientemente realizzato nell’Ottocento da Carlo Sigismondo Freschi di Cuccanea, appassionato studioso di matematica, simbologia e botanica, ha riutilizzato come elementi suggestivi di paesaggio preesistente i resti delle fortificazioni castellane, e con grande inventiva è riuscito ad “ingannare” sulla reale dimensione del parco distribuendo sapientemente le specie vegetali, creando giochi di luce e ombra che assieme al tracciato sinuoso dei vialetti, amplificano l’esigua estensione del parco. Parte del fossato difensivo, oggi ormai secco e colonizzato da vegetazione, nella prima metà di questo secolo era ancora percorribile con piccole barche a remi. Fanno parte della composizione del parco alcune colline, manufatti realizzati per l’assetto paesaggistico. Una di queste, adibita in passato a ghiacciaia, presenta opere in pietra, che sembrano riutilizzare i manufatti lapidei romani, provenienti da pavimentazione forense, peraltro reimpiegati anche in altri luoghi del giardino. Un’altra collinetta, ancora negli anni Sessanta del Novecento, presentava un assetto labirintico, con percorso contenuto da siepi proprie topiarie. I viali delimitano e costituiscono i percorsi principali. Le piante. L’area prospiciente alla villa, chiamata “la Cavallerizza” è formata da un grande prato circolare a forma di cuore attorno al quale crescono dieci carpini (Carpinus betulus) che hanno sostituito gli originari platani; Le carrozze, percorrendo questo tracciato entravano dall’ingresso principale accompagnando l’ospite di fronte la scalinata della villa, per poi uscirne. Nei prati che circondano il grande prato si trovano tre magnolie (Magnolia grandiflora), un acero giapponese (Acer palmatum). Nell’area posteriore della villa, accoglie un grande prato (un tempo in parte di ghiaia) circondato dalla vegetazione e dalle antiche mura. Da qui si può scorgere un vetusto esemplare di Platanus orientalis. A ridosso delle mura antiche troviamo una composizione topiaria di bosso e lungo i vialetti interni, che partizionano l’area, una serie di vasi di limoni (Citrus × limon). Curiosità: sono presenti due esemplari centenari di Sophora japonica e Morus alba e una bella collezione di rose antiche.

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Cordovado si trova agli estremi confini della Provincia di Pordenone e a diretto contatto con il portogruarese. La Villa seicentesca Freschi Piccolomini, sorta sulle antiche rovine del castello di Cordovado subì, da parte della famiglia Freschi subentrata per eredità matrimoniale alla famiglia Attimis, agli inizi dell’Ottocento alcune modifiche operate da Carlo Sigismondo Freschi di Cuccanea. Nel 1820 Carlo Sigismodo fece abbattere i tratti di mura prospicenti l’edificio per estendere verso la campagna il parco rimodellato secondo influenze romaniche; successivamente furono abbattuti o modificati gli edifici rustici circostanti, mentre il medesimo palazzo subì modifiche nelle ali sud-orientale, con la costruzione di corpi neo-rinascimentali e di gusto classicheggiante. Nel 1941 i beni passarono ai Piccolomini di Siena, tuttora gli attuali proprietari. Il giardino e il parco: sono organizzati intorno alla villa seicentesca e occupano un’area interna al borgo (il giardino) ed una più vasta extra-moenia (il parco). L’area del giardino, anteriormente e posteriormente la villa, è pianeggiante, mentre il parco di impronta romantica ed impianto all’inglese si sviluppa su terreno morfologicamente caratterizzato da lievi dislivelli raccordati da sentieri in pendio. Il parco paesaggistico sapientemente realizzato nell’Ottocento da Carlo Sigismondo Freschi di Cuccanea, appassionato studioso di matematica, simbologia e botanica, ha riutilizzato come elementi suggestivi di paesaggio preesistente i resti delle fortificazioni castellane, e con grande inventiva è riuscito ad “ingannare” sulla reale dimensione del parco distribuendo sapientemente le specie vegetali, creando giochi di luce e ombra che assieme al tracciato sinuoso dei vialetti, amplificano l’esigua estensione del parco. Parte del fossato difensivo, oggi ormai secco e colonizzato da vegetazione, nella prima metà di questo secolo era ancora percorribile con piccole barche a remi. Fanno parte della composizione del parco alcune colline, manufatti realizzati per l’assetto paesaggistico. Una di queste, adibita in passato a ghiacciaia, presenta opere in pietra, che sembrano riutilizzare i manufatti lapidei romani, provenienti da pavimentazione forense, peraltro reimpiegati anche in altri luoghi del giardino. Un’altra collinetta, ancora negli anni Sessanta del Novecento, presentava un assetto labirintico, con percorso contenuto da siepi proprie topiarie. I viali delimitano e costituiscono i percorsi principali. Le piante. L’area prospiciente alla villa, chiamata “la Cavallerizza” è formata da un grande prato circolare a forma di cuore attorno al quale crescono dieci carpini (Carpinus betulus) che hanno sostituito gli originari platani; Le carrozze, percorrendo questo tracciato entravano dall’ingresso principale accompagnando l’ospite di fronte la scalinata della villa, per poi uscirne. Nei prati che circondano il grande prato si trovano tre magnolie (Magnolia grandiflora), un acero giapponese (Acer palmatum). Nell’area posteriore della villa, accoglie un grande prato (un tempo in parte di ghiaia) circondato dalla vegetazione e dalle antiche mura. Da qui si può scorgere un vetusto esemplare di Platanus orientalis. A ridosso delle mura antiche troviamo una composizione topiaria di bosso e lungo i vialetti interni, che partizionano l’area, una serie di vasi di limoni (Citrus × limon). Curiosità: sono presenti due esemplari centenari di Sophora japonica e Morus alba e una bella collezione di rose antiche.
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