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TORRE COLOMBARA MONASTERO OLIVETANO SANTA MARIA D. RIVIERA

TORRE COLOMBARA MONASTERO OLIVETANO SANTA MARIA D. RIVIERA

POLVERARA, PADOVA

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TORRE COLOMBARA MONASTERO OLIVETANO SANTA MARIA D. RIVIERA
L'unica testimonianza ancora esistente della presenza di tre monasteri nel Comune di Polverara è la torre o "colombara" del monastero olivetano di Santa Maria della Riviera; costruzione leggermente staccata dal corpo del monastero che comprendeva 52 stanze disposte su due piani, una chiesa e un terreno recintato, in parte coltivato dai monaci e in parte dai contadini locali. Fino all'epoca rinascimentale questo convento rivestì un ruolo di primaria importanza nell'Italia centro settentrionale perché collegato con monaci e abati dello stesso ordine che risiedevano in Toscana. La torre colombara di Polverara rappresenta per il territorio un importante patrimonio edilizio rurale-religioso, testimone del fervido momento storico in cui l'ansa del Bacchiglione su cui sorge era abitata e vissuta dai monaci della congregazione benedettina di Monte Oliveto e con essi dall'intera comunità laica. La torre è l'unica testimonianza rimasta dell'antico Monastero di Santa Maria della Riviera e rappresenta un'eredità preziosa da salvaguardare e tutelare ricca di immagini semplici il cui studio ha suscitato curiosità e meraviglia per la scoperta dei significati contadino-religiosi che dietro di esse si nascondono. La torre colombara è situata lungo l'argine sinistro del fiume Bacchiglione, al margine sud-ovest del territorio del Comune di Polverara, censita nel Catasto Terreni al foglio n.9, mappale 258. Il Monastero di Santa Maria delle Riviera è il primo insediamento nel nord Italia della congregazione benedettina di Monte Oliveto già presente in Toscana, Lazio ed Umbria; un documento datato 19 marzo 1230 ne attesta l'esistenza in località Riviera di Polverara. Complessivamente c'erano quattro cortili: il primo, lungo e stretto, fungeva da sagrato vero e proprio sul quale si affacciava la Chiesa del monastero; il secondo il classico chiostro, più protetto e inaccessibile dai forestieri, di forma pressoché quadrata, con colonnato tutto attorno per distribuire gli ambienti e le stanze dove i religiosi vivevano; il terzo e quarto invece più grandi e aperti, dove molto probabilmente si sviluppava l'attività quotidiana “contadina” dei monaci negli orti. In uno di questi ultimi due cortili, in mezzo ad esso, sorgeva la torre colombara che consiste in un fabbricato a base quadrata, lato 6 metri, che si sviluppa per tre piani fuori terra raggiungendo un'altezza massima al colmo della copertura di circa 13m. I materiali e le tecnologie costruttive sono quelle tipiche rurali dell'epoca: il laterizio per le murature, il legno per gli orizzontamenti e la pietra per le finiture. Il piano terra consiste in un volume aperto chiuso ai lati da quattro arcate impostate su quattro pilastri d'angolo di lato 125 cm. Il volume è chiuso in sommità da una volta a crociera. L'altezza massima libera nel punto centrale del piano terra è di 4.40m. Il manufatto è impreziosito da alcuni dettagli costruttivi di pregio quali i marcapiani, il cornicione superiore, la volta a botte sulla scala del piano terra, la volta a crociera dipinta in sommità alla scala stessa, l'orologio in pietra sul lato nord della torre (rivolto verso il monastero). La presenza dell'orologio in facciata, di tipo meccanico, ha permesso di spiegare le tracce visibili di vecchi fori presenti sul 1º e 2º solaio, nonché la singolare disposizione della struttura portante del 2º solaio. L'orologio meccanico era una macchina ingombrante funzionante con pesi, argani, ruote dentate, congegni che richiedeva per l suo corretto funzionamento una certa altezza libera. Forse l'orologio non è stato realizzato nello stesso periodo della torre ma quasi sicuramente la torre è stata costruita per l'inserimento dell'orologio. La lettura dei caratteri costruttivi della torre, con un piano terra molto nobile, ne smentiscono un uso originale come colombara, sicuramente serviva per la sicurezza come torre di avvistamento.

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L'unica testimonianza ancora esistente della presenza di tre monasteri nel Comune di Polverara è la torre o "colombara" del monastero olivetano di Santa Maria della Riviera; costruzione leggermente staccata dal corpo del monastero che comprendeva 52 stanze disposte su due piani, una chiesa e un terreno recintato, in parte coltivato dai monaci e in parte dai contadini locali. Fino all'epoca rinascimentale questo convento rivestì un ruolo di primaria importanza nell'Italia centro settentrionale perché collegato con monaci e abati dello stesso ordine che risiedevano in Toscana. La torre colombara di Polverara rappresenta per il territorio un importante patrimonio edilizio rurale-religioso, testimone del fervido momento storico in cui l'ansa del Bacchiglione su cui sorge era abitata e vissuta dai monaci della congregazione benedettina di Monte Oliveto e con essi dall'intera comunità laica. La torre è l'unica testimonianza rimasta dell'antico Monastero di Santa Maria della Riviera e rappresenta un'eredità preziosa da salvaguardare e tutelare ricca di immagini semplici il cui studio ha suscitato curiosità e meraviglia per la scoperta dei significati contadino-religiosi che dietro di esse si nascondono. La torre colombara è situata lungo l'argine sinistro del fiume Bacchiglione, al margine sud-ovest del territorio del Comune di Polverara, censita nel Catasto Terreni al foglio n.9, mappale 258. Il Monastero di Santa Maria delle Riviera è il primo insediamento nel nord Italia della congregazione benedettina di Monte Oliveto già presente in Toscana, Lazio ed Umbria; un documento datato 19 marzo 1230 ne attesta l'esistenza in località Riviera di Polverara. Complessivamente c'erano quattro cortili: il primo, lungo e stretto, fungeva da sagrato vero e proprio sul quale si affacciava la Chiesa del monastero; il secondo il classico chiostro, più protetto e inaccessibile dai forestieri, di forma pressoché quadrata, con colonnato tutto attorno per distribuire gli ambienti e le stanze dove i religiosi vivevano; il terzo e quarto invece più grandi e aperti, dove molto probabilmente si sviluppava l'attività quotidiana “contadina” dei monaci negli orti. In uno di questi ultimi due cortili, in mezzo ad esso, sorgeva la torre colombara che consiste in un fabbricato a base quadrata, lato 6 metri, che si sviluppa per tre piani fuori terra raggiungendo un'altezza massima al colmo della copertura di circa 13m. I materiali e le tecnologie costruttive sono quelle tipiche rurali dell'epoca: il laterizio per le murature, il legno per gli orizzontamenti e la pietra per le finiture. Il piano terra consiste in un volume aperto chiuso ai lati da quattro arcate impostate su quattro pilastri d'angolo di lato 125 cm. Il volume è chiuso in sommità da una volta a crociera. L'altezza massima libera nel punto centrale del piano terra è di 4.40m. Il manufatto è impreziosito da alcuni dettagli costruttivi di pregio quali i marcapiani, il cornicione superiore, la volta a botte sulla scala del piano terra, la volta a crociera dipinta in sommità alla scala stessa, l'orologio in pietra sul lato nord della torre (rivolto verso il monastero). La presenza dell'orologio in facciata, di tipo meccanico, ha permesso di spiegare le tracce visibili di vecchi fori presenti sul 1º e 2º solaio, nonché la singolare disposizione della struttura portante del 2º solaio. L'orologio meccanico era una macchina ingombrante funzionante con pesi, argani, ruote dentate, congegni che richiedeva per l suo corretto funzionamento una certa altezza libera. Forse l'orologio non è stato realizzato nello stesso periodo della torre ma quasi sicuramente la torre è stata costruita per l'inserimento dell'orologio. La lettura dei caratteri costruttivi della torre, con un piano terra molto nobile, ne smentiscono un uso originale come colombara, sicuramente serviva per la sicurezza come torre di avvistamento.
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