Il ponte della Vittoria è il risultato di varie peripezie e ipotesi che si svilupparono intorno alla costruzione di questo manufatto in sostituzione del precedente ponte in ferro fatto saltare dagli italiani in ritirata durante i 1917.
Tra le idee si pensò anche ad un ponte "altissimo" che collegasse il centro città con Castion attraverso un tram ma per via dei costi questa opzione su abbandonata.
Così nell'estate del 1923 fu pronto il progetto di costruzione del nuovo ponte: in cemento armato, largo 7,20 metri e lunghezza di 98 metri con un'unica campata.
L'opera venne progettata dall'ingegnere Eugenio Miozzi personaggio molto conosciuto per aver ricostruito numerosi ponti in provincia oltre ad aver progettato la parte stradale del ponte della Libertà di Venezia.
Per la parte decorativa dell'opera fu chiamato Riccardo Alfarè, altro personaggio che ha lasciato varie tracce sul territorio tra cui il Cinema Italia di Belluno, che adoperò la tecnica del cemento lavorato alla martellina per dare l'impressione che il ponte sia di pietra.
Tra gli elementi decorativi si vedono ai lati dei medaglioni raffiguranti il leone di San Marco in moeca.
Una curiosità legata al ponte riguarda il fatto che sulle spalle laterali sono riportate le strofe della Canzone del Piave, fiume sacro alla patria che lo stesso ponte attraversa, e il nome deriva perciò dalla vittoria della prima guerra mondiale.
Inoltre, questo manufatto, fu inaugurato dal Re Vittorio Emanuele III il 23 maggio 1926 durante una sua visita alla città di Belluno anche se l'opera doveva essere ancora ultimata; fu infatti collaudata ufficialmente due anni dopo, il 6 agosto 1928.
Tutti questi elementi possono far si che il ponte della vittoria sia un vero e proprio monumento simbolo della città di Belluno e del quartiere di Borgo Piave, porto fluviale cittadino durante la Serenissima dove è situato il manufatto e che, in quanto tale, vada valorizzato.