Il ponte dell’Isca
Recentemente riportato alla luce dopo l’alluvione dell’ottobre del 2015, il ponte dell’Isca risulta essere uno delle scoperte
architettoniche ‘fortuite’ più interessanti degli ultimi anni nel territorio sannita.
Situato nel Comune di San Giorgio La Molara, in provincia di Benevento, il ponte percorre la diramazione Nord-Ovest del fiume
Tammaro, nella località detta Calise.
La struttura risulta essere di tre arcate: le due laterali, parzialmente interrate, sono di grandezza inferiore a quella centrale,
libera da ogni ostruzione. Per il suo palese aspetto “a gobba d’asino”, con l’arcata centrale che sporge acuta, formando una
parabola alta e ampia, si è ipotizzato essere una costruzione di epoca medievale.
E’ opportuno prestare attenzione al registro sottostante del ponte, lungo la spalla della campata centrale: la composizione di
grossi blocchi squadrati di calcare, con un ordine di posa di qualità maggiore rispetto alla parte restante della struttura,
non esclude una fondazione romana, forse residuo di un ponte preesistente, però successivamente rimaneggiato. Nel dettaglio,
lungo l’intradosso e l’estradosso, si notano solo conci non sagomati - tranne lungo la chiave del ponte (la parte centrale
dell’arcata) – e non presentano rastremature apparendo rozzamente inseriti. Un elemento che fa dubitare di una datazione
medievale è, in primo luogo, l’assenza totale tra pietra e pietra di laterizio che, per la sua elasticità evita fratture e staticamente è
molto efficiente. Per cautela è opportuno collocare la parte superiore delle spalle del ponte - per come appare tutt’oggi -
in epoca moderna, dal Seicento in poi. La sua muratura scorretta può essere motivata da riparazioni per esigenze militari oppure
a seguito di problemi di ordine idrologico, di cui la zona è soggetta, oppure ancora per avere un accesso viario al Regio Tratturo,
poco distante, in direzione Sud-Est. I 12 km del percorso tratturale che tagliano in due parti il territorio di S. Giorgio la Molara,
si presentavano, fino agli inizi del Novecento, come un lungo prato nastriforme, pietroso o in terra battuta, bordato da siepi e
muretti a secco, facendo parte di un più ampio tragitto di transumanza ‘Pescasseroli – Candela’ che attraversa il Sannio: il terzo
tratturo, per ordine di lunghezza, dell'Italia Meridionale. Altri elementi rilevanti che valorizzano il Ponte dell’Isca è la sua vicinanza
con la ‘Taverna’, luogo di ristoro per i viandanti del Regio Tratturo; la presenza archeologica in contrada Calise di una ‘Statio
Romana’, giustificata dall’incrocio di strade in cui questa sorge; la persistenza visibile tutt’oggi di una cospicua divisone agraria
(lottizzazione) di chiara impronta romana lungo il fiume Tammaro.
Un’importante analogia architettonica la possiamo constatare da un acquerello su seppia realizzato da Carlo Labruzzi in
occasione del suo viaggio lungo la via Appia nel XVIII secolo: il ponte “Sul fosso Ponticello nei pressi di Benevento” non avendo
analogie architettoniche con il ponte di epoca romana sito a Rione Ponticelli in Benevento, si può ipotizzare che sia una fedele
riproduzione di un ponte coevo a quello sito a San Giorgio La Molara, se non proprio il Ponte dell’Isca.