La Pineta Sacchetti, che è inserita nel più ampio contesto del Parco Regionale del Pineto, è la seconda area verde per estensione del Comune di Roma e resta una delle ultime Pinete Monumentali presenti all’interno del tessuto urbano di una città sempre più cementificata. Un’area di inestimabile valore storico e naturalistico, che ha ospitato la Villa di Pietro da Cortona, la quale godeva di un’esclusiva veduta diretta sulla cupola di S. Pietro, poi andata in rovina a causa di errati calcoli di stabilità del terreno; così come in tempi diversi è stata motivo di ispirazione per il poeta Gabriele D’Annunzio, che nel 1897 la descriverà così durante una caccia alla volpe: “Ecco la Pineta. È un terrapieno erboso, circondato d’una siepe secca. Gli alberi sono tutti eguali, allineati, come eletti per un rito, inviolabili. Segnano le ombre azzurrognole sul prato soleggiato…” Tuttora, inoltre, tra il suo manto erboso, si intravedono i dossi dell’acquedotto di Traiano, risalente al 109 d.C., riadattato poi nel XVII secolo da Papa Paolo V, divenendo così l’”Acquedotto dell’acqua Paola” che tutt’ oggi sfocia scenograficamente nel Fontanone del Gianicolo. Un luogo che, oltre ad essere ricco di storia, accoglie tantissime specie botaniche e animali, oasi preziosa di biodiversità che va preservata e posta sotto tutela come imprescindibile Bene collettivo verde, del quale può e deve ancora fregiarsi il quartiere Aurelio e la città intera. Sono anni che vediamo questa area così unica degradare giorno dopo giorno a causa della mancanza di controlli e della cieca “disattenzione” delle amministrazioni comunali e regionali che finora è sembrato delegassero l’una all’altra le diverse responsabilità e competenze in una perenne danza al ribasso, che ha portato questo parco ad avere un importante problema con i rifiuti e ad essere frequentato in modo caotico e irrispettoso.
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