Dietro la sobria facciata di Palazzo Moroni, si apre una corte d’onore monumentale, con un ninfeo e un giardino pensile all’italiana. Costruito a metà Seicento da Francesco Moroni per affermare l’ascesa sociale della sua famiglia, il palazzo conserva affreschi, dipinti, oggetti d’arte e ambienti preservati con cura dalla famiglia che lo ha costruito e abitato per quasi quattro secoli.
Dallo Scalone d’onore si accede agli ambienti di rappresentanza, decorati dal pittore barocco Gian Giacomo Barbelli. Tra questi, la Sala dell’Età dell’Oro, dove si ammirano tre capolavori di Giovan Battista Moroni: sono i ritratti di Gian Gerolamo Grumelli (Il Cavaliere in rosa), di Isotta Brembati e di Donna in nero (Medea Rossi?). Suggestive la Sala dei Giganti, dove le figure sembrano sfondare il soffitto, e la Sala della Gerusalemme liberata, che celebra le virtù della famiglia tra affreschi, arredi storici e consoles con mosaici di epoca romana.
Nelle sale ottocentesche, più intime, si respirano atmosfere quotidiane d’altri tempi: dalle tappezzerie di seta ai paesaggi romantici, dalle porcellane francesi agli oggetti orientali. Gli ambienti più curiosi sono senza dubbio il Salottino cinese e la Sala turca, che testimoniano l’interesse – diffuso in Lombardia dalla fine del XVIII secolo – per il Lontano Oriente.
Fin dal Seicento, Palazzo Moroni ha una seconda anima: il suo parco. La dimora si affaccia su un complesso di giardini all’italiana; sono giardini formali pensili, articolati in una balconata e in tre terrazzamenti che si sviluppano a ridosso del Colle di Sant’Eufemia. Ma la vera meraviglia è l’ortaglia, annessa alla proprietà tra Sette e Ottocento: quasi due ettari di campagna autentica, un’oasi produttiva e di biodiversità.
Scoprire, nelle sale del piano nobile, mobili intarsiati, preziose ceramiche e vari oggetti d’arte, come le consoles settecentesche con piani a mosaico...
Ammirare l’opera più iconica della collezione di famiglia, custodita nella Sala dell’Età dell’Oro. Firmato e datato 1560, questo dipinto è un capolavoro...
Salire lo Scalone d'onore e osservare con stupore gli affreschi del cremasco Gian Giacomo Barbelli, presenti anche in altre quattro sale al piano nobile....
Vivere la campagna in uno dei centri storici più belli d’Italia, tra prati alti e terrazzamenti coltivati, alberi da frutto e architetture vegetali, come...
Passeggiare tra aiuole fiorite e alberi potati in forma secondo i principi dell’antica ars topiaria. Questi giardini – pensili e terrazzati – sono parte...
Per mantenerlo intatto e curarlo in modo adeguato, questo luogo - come tutti gli altri salvati dal FAI - necessita di un’attenta manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, e periodici interventi di restauro. Inoltre, i costi di gestione che permettono l’apertura al pubblico sono significativi. Per questo abbiamo bisogno di un aiuto concreto da parte di chi, come noi, vuole mantenere vivi per sempre luoghi unici e speciali.
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