In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Posto sull'isola di Rialto, l'edificio era sede delle più importanti magistrature finanziarie della Serenissima, attive nella zona di maggiore concentrazione del commercio veneziano: i Camerlenghi (che custodivano il Tesoro e gestivano le casse dei banchi da scritta, (registro di tutte le transazioni e i contratti per le carovane navali – "mude"- in partenza ed in arrivo a Venezia), i Consoli e i Sopraconsoli dei Mercanti, gli ufficiali alle Razon Vecchie e Nove, e altre.
Il Palazzo, si adatta alla curva del Canal Grande con una planimetria complessa, frutto di successive aggiunte di corpi di fabbrica, fino ad una complessiva riorganizzazione nel 1488. Dopo l'incendio del 1514 che aveva semidistrutto l'insula di Rialto, il palazzo fu ricostruito ad opera di Guglielmo dei Grigi che, riutilizzando molte delle murature preesistenti, tra il 1525 e il 1528 risistemò le pareti rendendo omogenei i solai interni. Nell'edificio pentagonale le facciate, pur essendo organizzate con un telaio di lesene e trabeazioni abbastanza uniforme, si distinguono tra di loro per adattare le finestre alle pareti preesistenti. All'interno, il piano terreno era occupato dalle prigioni per i debitori insolventi, mentre i livelli superiori erano occupati dalle diverse magistrature.
L'originale sontuoso apparato di marmi e decorazioni che rivestiva interamente le facciate (e oggi parzialmente depauperato) denunciava il ruolo di edificio pubblico, posto in uno dei luoghi di maggiore visibilità della città. Anche l'interno era sontuosamente decorato con una serie di tele, in particolar modo di Bonifacio de' Pitati e di Jacopo Tintoretto. Con la caduta della Serenissima Repubblica, l'edificio fu destinato a Corte d'Appello, agli uffici del Demanio e del Registro, fino ad ospitare la Corte dei Conti, dopo un radicale restauro che nel 1932-39, che mantenendo le facciate esterne, consolidò tutte le murature sostituendo parte della della struttura interna con un telaio in calcestruzzo armato, mantenuto nell'ultimo restauro del 2012-2017.
L'apertura nelle Giornate FAI prevede, oltre alla visita attraverso il percorso consentito, la scoperta di alcuni ambienti normalmente non fruibili, se non nello svolgimento delle funzioni istituzionali della Corte dei Conti.
Apprendisti Ciceroni® del Marco Polo di Venezia