“A pochi chilometri più a Sud c’era l’ampio letto del Tagliamento. Un fiume pietroso, su cui stagnava un’aria celeste e leggera, con rivoli indipendenti e pozzanghere verde smeraldo nelle quali d’estate spiccava una volta la pelle lattea delle contadine giovani che vi si bagnavano. Il Tagliamento separava il Friuli antico, geloso della sua patriarcalità, dal Friuli più impaziente ed estroverso che si collegava a Venezia e all’Italia e aveva in Pordenone una sua piccola capitale. Per secoli il Tagliamento era stato il signore della pianura. Aveva distrutto monasteri, conventi, castelli, portato la legna della Carnia negli arsenali Serenissimi, dato un pane ai ciariadors estrattori di ghiaia, mantenuto le famiglie ebree che alla Levata gestivano un ponte a pedaggio, poiché Gradiscutta, pochi chilometri più in là, feudo dei principi teutonici del Sacro Romano Impero, ne aveva ereditato l’integralismo religioso. Era stato ancora il Tagliamento che nel 1596 aveva abbattuto i castelli di Varmo di Sopra, Varmo di Sotto, Belgrado e Madrisio, portandoli nelle acque tumultuose come barchette di carta.” – Sergio Maldini ‘’La casa a Nord-Est’’.