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FORESTA REGIONALE BAGNI DI MASINO

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VAL MASINO, SONDRIO

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In primavera durante il risveglio della natura, oppure in autunno quando i colori si infiammano di giallo e rosso, ma anche in estate, per trovare un po’ di refrigerio. Sono alcuni dei momenti migliori per fare quattro passi nella Foresta Regionale della Valle dei Bagni di Masino, vagando tra altissimi abeti e grandi faggi secolari, lungo un circuito quasi invisibile di sentieri e antiche mulattiere. Un luogo semplicemente incantato, dove si ha l’impressione di essere finiti magicamente dentro una fiaba dei fratelli Grimm. La zona dei Bagni è una delle due porzioni (l’altra è la Val di Mello) della Foresta di Lombardia Val Masino, denominata appunto “Bagni di Masino”. Al suo interno l’ERSAF ha realizzato un “Percorso sensoriale” dedicato anche alle persone ipovedenti o non vedenti. Un anello quasi completamente pianeggiante, costeggiato in larga parte da un corrimano in legno, con stazioni tematiche corredate di pannelli informativi che raccontano gli elementi naturali e la morfologia del territorio (anche tattili, attraverso il Braille). La presenza dei sentieri attrezzati, oltre alle risorse naturali offerte dal bosco, dalla cascata, dalla suggestione delle “termopili” e da un terreno privo di insidie rendono questo luogo particolarmente adatto alla frequentazione da parte delle famiglie. Anche questa zona ha beneficiato del vincolo derivante dal suo inserimento nell’elenco dei Siti di Interesse Comunitario e la sensazione di muoversi in un’area protetta conferisce un ulteriore elemento di relax al visitatore. Nella tradizione popolare, la scoperta della fonte termale dei Bagni di Masino è legata ad una leggenda, secondo la quale una mucca si allontanava spesso dalla mandria e - seguita dal pastore - fu ritrovata mentre beveva da un rivolo di acqua calda che sgorgava dalle rocce. Le prime informazioni documentate sui Bagni di Masino risalgono invece al XV secolo. In una lettera del 1462 del Podestà di Morbegno al Duca di Milano Francesco Sforza si segnalava la presenza di un bagno che sfruttava le acque «scaturenti in Val Màsino, tra le alpine valli bellissima, acque salutari per ogni languore». Alla fine del Quattrocento erano già molti i frequentatori ma la fama dei Bagni di Masino prese definitivamente piede nei secoli a seguire; si narrava infatti in alcune novelle di chi, dopo le cure dei Bagni, ebbe grandi benefici nella cura di malanni. Lo stabilimento termale subì diversi ampliamenti e rinnovamenti nel corso degli anni e dato l'elevato numero di presenze ma la difficoltà nel raggiungere la località, fu realizzata a metà del 1800 la prima strada carrozzabile in Val Masino. All'inizio del Novecento venne terminato l'albergo nuovo collegato allo stabilimento termale. L’acqua sgorga ancor oggi in una grotta dietro il vecchio stabilimento termale (dismesso) ad una temperatura di circa 38 gradi. C’è qualcosa di antico e insieme di molto moderno in questo luogo: sembra ancora per un attimo di ritrovare l’atmosfera di un’antica località termale dove incontrare la sera i numi tutelari di questi luoghi, i conti Lurani, primo preciso topografo della regione o Bonacossa, appena uscito da una partita a carte combattuta in una bettola fumosa con le sue guide valligiane, ma ancora Vera Cenini fino a pochi anni fa sacerdotessa e custode della memoria di questo luogo.

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In primavera durante il risveglio della natura, oppure in autunno quando i colori si infiammano di giallo e rosso, ma anche in estate, per trovare un po’ di refrigerio. Sono alcuni dei momenti migliori per fare quattro passi nella Foresta Regionale della Valle dei Bagni di Masino, vagando tra altissimi abeti e grandi faggi secolari, lungo un circuito quasi invisibile di sentieri e antiche mulattiere. Un luogo semplicemente incantato, dove si ha l’impressione di essere finiti magicamente dentro una fiaba dei fratelli Grimm. La zona dei Bagni è una delle due porzioni (l’altra è la Val di Mello) della Foresta di Lombardia Val Masino, denominata appunto “Bagni di Masino”. Al suo interno l’ERSAF ha realizzato un “Percorso sensoriale” dedicato anche alle persone ipovedenti o non vedenti. Un anello quasi completamente pianeggiante, costeggiato in larga parte da un corrimano in legno, con stazioni tematiche corredate di pannelli informativi che raccontano gli elementi naturali e la morfologia del territorio (anche tattili, attraverso il Braille). La presenza dei sentieri attrezzati, oltre alle risorse naturali offerte dal bosco, dalla cascata, dalla suggestione delle “termopili” e da un terreno privo di insidie rendono questo luogo particolarmente adatto alla frequentazione da parte delle famiglie. Anche questa zona ha beneficiato del vincolo derivante dal suo inserimento nell’elenco dei Siti di Interesse Comunitario e la sensazione di muoversi in un’area protetta conferisce un ulteriore elemento di relax al visitatore. Nella tradizione popolare, la scoperta della fonte termale dei Bagni di Masino è legata ad una leggenda, secondo la quale una mucca si allontanava spesso dalla mandria e - seguita dal pastore - fu ritrovata mentre beveva da un rivolo di acqua calda che sgorgava dalle rocce. Le prime informazioni documentate sui Bagni di Masino risalgono invece al XV secolo. In una lettera del 1462 del Podestà di Morbegno al Duca di Milano Francesco Sforza si segnalava la presenza di un bagno che sfruttava le acque «scaturenti in Val Màsino, tra le alpine valli bellissima, acque salutari per ogni languore». Alla fine del Quattrocento erano già molti i frequentatori ma la fama dei Bagni di Masino prese definitivamente piede nei secoli a seguire; si narrava infatti in alcune novelle di chi, dopo le cure dei Bagni, ebbe grandi benefici nella cura di malanni. Lo stabilimento termale subì diversi ampliamenti e rinnovamenti nel corso degli anni e dato l'elevato numero di presenze ma la difficoltà nel raggiungere la località, fu realizzata a metà del 1800 la prima strada carrozzabile in Val Masino. All'inizio del Novecento venne terminato l'albergo nuovo collegato allo stabilimento termale. L’acqua sgorga ancor oggi in una grotta dietro il vecchio stabilimento termale (dismesso) ad una temperatura di circa 38 gradi. C’è qualcosa di antico e insieme di molto moderno in questo luogo: sembra ancora per un attimo di ritrovare l’atmosfera di un’antica località termale dove incontrare la sera i numi tutelari di questi luoghi, i conti Lurani, primo preciso topografo della regione o Bonacossa, appena uscito da una partita a carte combattuta in una bettola fumosa con le sue guide valligiane, ma ancora Vera Cenini fino a pochi anni fa sacerdotessa e custode della memoria di questo luogo.
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