I Luoghi del Cuore
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EX STABILIMENTO MILANESE E AZZI

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OZZANO MONFERRATO, ALESSANDRIA

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La ricchezza del patrimonio di archeologia industriale presente in Ozzano è facilmente visibile percorrendo la Valle del Rio Fontanola, luogo in cui si concentrano le più importanti e spettacolari testimonianze architettoniche e tecniche legate all'industria della calce e del cemento, industria che qui nacque e prosperò tra il XIX ed il XX secolo. Dello Stabilimento Ex Milanese e Azzi, le cui origini risalgono al 1894, sono rimasti sei forni verticali da cemento realizzati interamente in muratura e suddivisi in una batteria da quattro ed in una da due. I forni sono stati costruiti tra il 1911 e il 1924 per produrre cemento portland naturale. L’impatto visivo è austero ed essenziale nelle linee architettoniche delle pareti di tamponamento che si collegano ai forni con corridoi di servizio posti su tre livelli lungo tutto il perimetro dei forni. L’integrità strutturale della manica dei forni si coglie sia esternamente attraverso le bocche e le feritoie utilizzate dagli operai sia osservando l’interno delle camere di cottura, ma soprattutto l’occhio è rapito dalla simbologia delle torri dei fumi che danno più di ogni altro elemento identità al luogo. Tra le due batterie dei forni è inserita la stazione di arrivo di una teleferica, costruita in cemento armato nel 1924. La struttura reticolare in cui erano collocati i contrappesi presenta soluzioni di ingegneria innovative che con armonia si integrano nella muratura dei forni. Lungo il perimetro alla base dei forni si trovano diversi elementi che hanno concorso al funzionamento dei forni stessi. Dal montacarichi per il sollevamento della materia prima, ai contrappesi per le funi della teleferica, ad una capillare rete di binari a scartamento ridotto. Elementi tutti che vanno tutelati e conservati perchè evidenziano l’evoluzione del concetto di produttività. Questo luogo di produzione del cemento pur avendo perso tutte le altre strutture che concorrevano a determinare il prodotto finale, rimane nel Monferrato il simbolo per antonomasia dell’industria cementiera. Il sito è in stato di abbandono anche se la struttura non risulta ancora del tutto danneggiata. La perizia statica effettuata non parla di evidenti pericoli di crollo ma si riscontrano infiltrazioni d' acqua, crescita di arbusti sui tetti e sui camminamenti; i colombi ed i piccioni nidificano allinterno della struttura ; sono situazioni che, se non contrastate, aumenteranno il degrado. L'area circostante andrebbe adeguatamente recintata e ripulita dalla vegetazione spontanea ; si evidenzia inoltre la necessità di interventi di restauro conservativo, principalmente sui tetti. L'attuale proprietaria del sito si è detta disponibile a cedere ad un Associazione interessata, l'edificio e l'area su cui sorge.

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