I Luoghi del Cuore
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EX ALBERGO DIURNO DI PIAZZA ACQUAVERDE

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EX ALBERGO DIURNO DI PIAZZA ACQUAVERDE
Questo centro di Igiene personale realizzato sempre sotto il livello stradale, era spazio destinati a cittadini e viaggiatori per l’igiene personale. Dotato di 50 box da bagno, la vasca dotata di dispositivo per l’idromassaggio; docce, capienti gabinetti; , negozi di barbieri, parrucchieri per uomo e donna; pedicure e manicure, lavanderia; servizio postale con cassettiera per i fermo-posta altre al servizi accessori quale il calzolaio, il lustrascarpe, testimonianza di una società che si è persa nel tempo. La Genova meravigliosa degli anni ’30 a seguire fino alla fine del boom economico ad inizio annì 80, era meta obbligata per i trasferimenti via mare verso il mondo extra Gibilterra come per raggiungere gli estremi confini dello stivale italico: e per accedere al porto era assolutamente necessario fruire del treno, mezzo di trasporto sicuramente comodo ma poco pulito, rendendo quasi obbligatorio una tappa al “Albergo Diurno” sotto Piazza Acquaverde. Oltre alle mutate caratteristiche della società civile degli anni 80 e alla necessità di razionalizzare la struttura ricettiva, la stazione, ancora di concezione Sabauda, l’ Albergo Diurno è caduto lentamente in disuso. Oltre 50 persone erano impegnate a vario titolo, sicurezza, fornitori, manutentori, impiegati e ragazzi di bottega, con orari oggi definibili h24. Il trentennale abbandono cui il complesso “diurno” e le gallerie di accesso pedonale alla stazione sono stati soggetti per motivi di restyling non sta scalfendo la maestosità e l’eleganza estetico -formale con cui furono concepiti, veri luoghi di comunione e aggregazione popolare, , maestosi templi della bellezza, progettati spesso da importanti architetti e curati nei minimi particolari, con servizi di vario genere e pregiati arredi pregiati, ora preda di una umidità devastante e una rarefatta aria salmastra. Più che semplici bagni pubblici, come potevano essere gli antichi “vespasiani” o come oggi li conosciamo in stazioni e luoghi turistici, Il Diurno di Porta Genova, con i suoi 1000 mq di estensione è stato un raffinato spazio in stile liberty, dove i passeggeri, per lo più viaggiatori ma anche semplici cittadini, potevano usufruire di bagni, vani ancora sconosciuti nelle architetture domestiche degli anni ’30 ancora prive di adeguati servizi igienici; poi la figura del maestro acconciatore barbiere, poi il parrucchiere; l’ambito pulitore di scarpe . Si intuiscono interni curati con arredi e finiture di lusso, come marmi pregiati, vetri e ceramiche artigianali, rubinetterie d’ottone in stile decò. L’Albergo Diurno offriva un vero servizio civile alla comunità, all’ingresso vi erano delle tabelle in cui venivano indicati i differenti servizi forniti e il relativo costo, certamente un salotto prediletto dai signori benestanti, tappa fondamentale per chi viaggiava ma anche spazio destinato alle relazioni sociali, che non solo dava dignità ai servizi igienici pubblici ma sottolineava l’importanza del ruolo del “pubblico” nella società. L'albergo Diurno risulta al momento di proprietà del Gruppo Viziano e rischia di essere trasformato in un parcheggio interrato.

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Questo centro di Igiene personale realizzato sempre sotto il livello stradale, era spazio destinati a cittadini e viaggiatori per l’igiene personale. Dotato di 50 box da bagno, la vasca dotata di dispositivo per l’idromassaggio; docce, capienti gabinetti; , negozi di barbieri, parrucchieri per uomo e donna; pedicure e manicure, lavanderia; servizio postale con cassettiera per i fermo-posta altre al servizi accessori quale il calzolaio, il lustrascarpe, testimonianza di una società che si è persa nel tempo. La Genova meravigliosa degli anni ’30 a seguire fino alla fine del boom economico ad inizio annì 80, era meta obbligata per i trasferimenti via mare verso il mondo extra Gibilterra come per raggiungere gli estremi confini dello stivale italico: e per accedere al porto era assolutamente necessario fruire del treno, mezzo di trasporto sicuramente comodo ma poco pulito, rendendo quasi obbligatorio una tappa al “Albergo Diurno” sotto Piazza Acquaverde. Oltre alle mutate caratteristiche della società civile degli anni 80 e alla necessità di razionalizzare la struttura ricettiva, la stazione, ancora di concezione Sabauda, l’ Albergo Diurno è caduto lentamente in disuso. Oltre 50 persone erano impegnate a vario titolo, sicurezza, fornitori, manutentori, impiegati e ragazzi di bottega, con orari oggi definibili h24. Il trentennale abbandono cui il complesso “diurno” e le gallerie di accesso pedonale alla stazione sono stati soggetti per motivi di restyling non sta scalfendo la maestosità e l’eleganza estetico -formale con cui furono concepiti, veri luoghi di comunione e aggregazione popolare, , maestosi templi della bellezza, progettati spesso da importanti architetti e curati nei minimi particolari, con servizi di vario genere e pregiati arredi pregiati, ora preda di una umidità devastante e una rarefatta aria salmastra. Più che semplici bagni pubblici, come potevano essere gli antichi “vespasiani” o come oggi li conosciamo in stazioni e luoghi turistici, Il Diurno di Porta Genova, con i suoi 1000 mq di estensione è stato un raffinato spazio in stile liberty, dove i passeggeri, per lo più viaggiatori ma anche semplici cittadini, potevano usufruire di bagni, vani ancora sconosciuti nelle architetture domestiche degli anni ’30 ancora prive di adeguati servizi igienici; poi la figura del maestro acconciatore barbiere, poi il parrucchiere; l’ambito pulitore di scarpe . Si intuiscono interni curati con arredi e finiture di lusso, come marmi pregiati, vetri e ceramiche artigianali, rubinetterie d’ottone in stile decò. L’Albergo Diurno offriva un vero servizio civile alla comunità, all’ingresso vi erano delle tabelle in cui venivano indicati i differenti servizi forniti e il relativo costo, certamente un salotto prediletto dai signori benestanti, tappa fondamentale per chi viaggiava ma anche spazio destinato alle relazioni sociali, che non solo dava dignità ai servizi igienici pubblici ma sottolineava l’importanza del ruolo del “pubblico” nella società. L'albergo Diurno risulta al momento di proprietà del Gruppo Viziano e rischia di essere trasformato in un parcheggio interrato.
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