I Luoghi del Cuore
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COLONNA MILIARE ROMANA

COLONNA MILIARE ROMANA

CERIGNOLA, FOGGIA

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COLONNA MILIARE ROMANA
(LA) «LXXXI Imp(erator). Caesar divi Nervae f(ilius) Nerva Traianus Aug(ustus). Germ(anicus). Dacic(us). pont(ifex). max(imus). tr(ibunicia). pot(estate). XIII imp(erator). VI co(n)S(ul). V p(ater). p(atriae). viam a Benevento Brundisium pecun(ia). sua fecit.» (IT) «81 miglia (da Benevento) L'imperatore Cesare, figlio del divino Nerva, Nerva Traiano, Augusto Germanico Dacico, pontefice massimo, 13 volte investito del potere tribunizio, 6 volte acclamato imperatore, 5 volte console, padre della patria, col suo denaro costruì la via da Benevento a Brindisi» (Iscrizione latina presente sulla colonna miliare.) La pietra miliare, attualmente collocata all'angolo tra corso Gramsci e via Osteria Ducale, in passato era posta laddove passava la via Traiana, che congiungeva Benevento a Brindisi. Scampata al terremoto del 1731, rappresenta uno dei reperti romani più antichi presenti in città. Nella tradizione popolare il nome con cui viene chiamata la pietra miliare è "U tïtëlë d' Moccïë" ossia "Il titolo (termine lapideo) di Moccia", con riferimento a Palazzo Moccia, accanto a cui fu collocata la miliare. L'epigrafe è incisa su un cippo miliare in pietra calcarea rinvenuto circa tre miglia a nord di Canosa, nel tratto Ordona-Canosa della via Traiana; si è potuti risalire alla sua collocazione originaria consultando scritti noti come itinerari, stando ai quali la distanza da Benevento a Canosa ammonterebbe a 84 miglia (Antonino e Burdigalense) o 89 miglia (Peutingeriano), si può quindi dedurre che il miliare LXXXI si trovasse a 3 miglia da Canosa (o 8 in base all'ultimo itinerario) in direzione Cerignola. La tradizione, invece, vuole che la miliare fu rinvenuta sul Piano di San Rocco, nei pressi della chiesa dei Padri Domenicani. Difatti, la strada che conduce fino al Piano San Rocco si chiama, appunto, Strada Consolare. Il testo dell'epigrafe è di tipo monumentale con dimensione dei caratteri decrescente; l'iscrizione è dedicata a Marco Ulpio Traiano, figlio adottivo del suo predecessore Nerva (come si evince dal termine filius). Il cippo presenta tutti gli appellativi legati all'imperatore ed alle sue vittorie sul campo di battaglia (germanicus e dacicus) ed elenca inoltre le cariche da lui ricoperte. Pietro Stefanoni nel XVII secolo è il primo a citare il cippo, mentre Dello Iacono è il primo che ne indica la collocazione in città. La colonna è alta all'incirca 175 cm e presenta un diametro pari a 61 cm. Per quanto riguarda, invece, lo specchio epigrafico, questo risulta alto 88 cm e largo 72

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