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La Certosa di Pisa in Calci, fondata nel 1366 nel verde della Val Graziosa, è uno dei monasteri certosini più importanti d’Italia, oltre ad essere un complesso monumentale di grandissima rilevanza. La collocazione appartata ne consentiva l’isolamento dal resto del mondo imposto dalla Regola dell’Ordine Certosino, fondato da San Bruno nel 1084. Dopo la santificazione di Bruno (1623) - come successe a molte altre certose d’Europa – la Certosa di Calci fu profondamente rinnovata e trasformata nella magnifica residenza barocca che oggi ammiriamo: ricca di affreschi, marmi sontuosi, delicati stucchi ed arredi preziosi. I principali artefici del cambiamento promosso dall’instancabile attività del Priore Giuseppe Alfonso Maggi, furono l’ingegner pisano Nicola Stassi e il pittore fiorentino Pietro Giarrè. Accanto a questi protagonisti operarono altri artisti e un’ampia schiera di valenti artigiani come Cassio Natili e Pasquale Cioffo. Dei tre chiostri presenti nella Certosa, il più antico è il Chiostro del Capitolo: fu costruito intorno al 1471 da Lorenzo di Salvatore di Settignano, a cui si devono anche le due finestre a croce che si aprono nella parete della Cappella del Colloquio; nel 1608 fu dotato, al centro dello spazio claustrale, del pozzo di forma ottagonale con un architrave retto da due colonne e sormontato da una croce, opera del carrarino Orazio Bergamini. Grazie alle 92.259 persone che nel 2014 hanno votato la Certosa al censimento I Luoghi del Cuore, il bene ha beneficiato di un contributo di 50.000 euro che ha permesso il recupero del Chiostro del Capitolo e il ritrovamento, sotto alcuni strati di coloriture, di quanto resta degli affreschi che decoravano la perduta Cappella della Annunziata. Realizzata agli inizi del Settecento nel braccio sud del chiostro quest'ultima venne decorata, fra il 1773 e il 1775 dal fiorentino Pietro Giarrè: egli realizzò cinque figure di profeti a chiaroscuro, di cui oggi restano solo le due raffiguranti i profeti Isaia e Daniele, angeli nelle volte e una elegante decorazione rocaille su fondo rosa sulle pareti. Grazie all’intervento I Luoghi del Cuore è stato possibile recuperare i dipinti al di sotto dello scialbo ed effettuare altri lavori di consolidamento e stuccatura, soprattutto delle volte dove maggiore era il degrado, restituendo l’intero chiostro a una lettura che ha messo in evidenza l’eleganza della sua architettura.
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IL BENE
La Certosa fondata nel 1366, è uno dei monasteri certosini più importanti d’Italia. Il complesso monumentale, immerso nella Val Graziosa, sorge in un punto appartato che consentiva l’isolamento imposto dalla regola dell’Ordine Certosino, fondato da San Bruno nel 1084. Come molte altre in Europa, l’austera Certosa primitiva, dopo la santificazione di Bruno (1623), fu profondamente rinnovata e trasformata in sfarzoso complesso barocco, ricco di affreschi, marmi, stucchi e arredi di rilievo. Allo scadere del secolo fu compiuta l’ultima impresa pittorica di rilievo per mano del livornese Giuseppe Maria Terreni, artefice della Cappella del Rosario (1792) e dell’attigua Cappella di San Giuseppe (1795). Nell’autunno del 2009 a seguito di forti acquazzoni sono apparse vistose macchie di umidità nella Cappella del Rosario e in breve tempo sulla volta e lungo le pareti sono comparse maculature, molte pellicole affrescate si sono sollevate e l’intonaco si è rigonfiato. Dopo anni di assenza di interventi dovuta alla mancanza degli annuali finanziamenti statali, nei primi mesi del 2015, il Sottosegretario al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Ilaria Borletti Buitoni, ha annunciato lo stanziamento da parte del MiBACT di un milione e 110mila euro per intervenire sulle coperture della Certosa. Un risultato agevolato dalla grande visibilità nazionale che la Certosa ha ottenuto durante i mesi di censimento.
PROGETTO SOSTENUTO
Il contributo I Luoghi del Cuore di 50.000 euro è stato destinato al restauro del Chiostro Piccolo. La grande mobilitazione del censimento ha inoltre favorito lo stanziamento, da parte del MiBACT, di due finanziamenti successivi per un totale di oltre 3 milioni di euro, destinati al fondamentale recupero delle coperture del complesso. E’ stata siglata nel mese di novembre 2016 la Convenzione tra FAI, Polo Museale Regionale della Toscana e Segretariato Regionale del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo per la Toscana, propedeutica all’avvio dei lavori di recupero del chiostro. Nel mese di maggio 2017 sono iniziati i lavori per il restauro del Chiostro Piccolo che sono terminati a gennaio 2018.
CONTRIBUTO: 50.000 €
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