Nell’agosto 1509 le truppe dell’imperatore Massimiliano I d’Austria, lasciata Padova, piantarono le tende lungo il Bacchiglione e diedero fuoco alle dimore della nobiltà veneziana presenti lungo le rive del fiume. Questo palazzo, della famiglia Bigolin, fu in seguito ricostruito e negli anni Quaranta del secolo XVI decorato all’interno da un ampio ciclo di dipinti opera del pittore olandese Lambert Sustris, lo stesso artista che ha affrescato Villa dei Vescovi. Vicende ereditarie portarono in seguito alla divisione fisica del fabbricato, così che le scale interne furono rimosse e sostituite da un accesso esterno per il primo piano del fabbricato: in quel rimaneggiamento vennero completamente distrutti gli affreschi del piano nobile e conservati solo quelli del piano terra. L’edifico appartenne a lungo alla famiglia veneziana Grassi e costituì, con altri tre corpi (di cui uno solo sopravvive mentre gli altri due, all’interno della golena, furono demoliti nel sec. XIX dopo la costruzione dell’argine destro) un articolato complesso padronale il cui accesso era rivolto al fiume, come denunciano le architetture e i due telamoni, in stucco forte, del prospetto nord.