L' Abbazia, posta nel territorio di Sant'Angelo dei Lombardi, su un alto colle a dominare la Valle dell'Ofanto, venne fondata nel 1133 da San Guglielmo da Vercelli che qui visse in romitaggio e si spense nel 1142, dopo aver dato vita a un Monastero doppio, di monaci e monache. Il complesso è un capolavoro di arte romanica, soprattutto la Torre Febronia, risalente al 1152, decorata da sculture simboliche e grottesche. Al centro del complesso si trovano le due piccole chiese che segnano il passaggio dall'arte romanica a quella gotica. La Chiesa Superiore del 1255, dedicata a San Luca Evangelista, ha il portale sormontato da un arco a sesto acuto e un piccolo rosone a sei luci. L'interno presenta due navate con coperture a crociera ogivale, che poggiano colonne le cui basi ottagonali e capitelli decorati di foglie ricurve presentano analogie con le opere scultoree commissionate da Federico II a Castel del Monte, in Puglia. Dopo il disastroso terremoto del 1732, il complesso venne restaurato da Domenico Antonio Vaccaro che progettò anche la Chiesa Grande, mai completata. Dopo la soppressione del convento nel 1807 ad opera di Giuseppe Bonaparte, il complesso venne abbandonato all’incuria e allo spoglio. Nel 1973 si stabilì tra i ruderi dell’abbazia P. Lucio Maria De Marino (1912-1992), un monaco benedettino proveniente da Montevergine, che riportò con tenacia l’attenzione sull’esigenza del recupero materiale e spirituale del Goleto. Con lui ebbero inizio i primi lavori di restauro, ad opera del Ministero dei Beni Culturali e della Soprintendenza delle Belle Arti di Avellino e Salerno, che pian piano permisero il recupero funzionale del complesso monastico, restituendolo a nuova vita e allo splendore che oggi tutti possono ammirare.
Dal 1990 sono i Piccoli Fratelli della Comunità Jesus Caritas, ispirata a Charles De Foucauld, che si prendono cura dell’animazione spirituale del complesso goletano, sempre più punto di riferimento per tutti coloro che sono assetati di assoluto.