Ieri come oggi servono azioni concrete

Le tappe più importanti della storia del FAI: la nascita e i fondatori, i primi luoghi salvati, i primi restauri, i primi volontari, le prime manifestazioni, le prime campagne nazionali. Tutte le sfide, i successi, ma anche le difficoltà che abbiamo affrontato e superato in questi (quasi) cinquant’anni.

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I quattro fondatori

Renato Bazzoni
RENATO BAZZONI

Architetto, ecologista e fotografo, Renato Bazzoni è una personalità di primo piano nell’ambientalismo italiano, precursore di tante battaglie tuttora...

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Giulia Maria Crespi
GIULIA MARIA CRESPI

Dagli anni Sessanta al 1974 è stata nel consiglio di amministrazione del maggiore quotidiano nazionale, il Corriere della Sera, cercando con coraggio...

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Franco Russoli
FRANCO RUSSOLI

Critico e storico dell’arte, docente di architettura, saggista e partigiano, durante la sua carriera assume diversi incarichi di rilievo, tra cui la direzione...

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ALBERTO PREDIERI

Era un giovane alpino quando riuscì a salvarsi nella ritirata dalla Russia, nel 1943, e successivamente aderì alla Resistenza. È stato tra i primi a occuparsi...

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Il FAI - Fondo per l'Ambiente Italiano con il contributo di tutti:

CURA

in Italia luoghi speciali per le generazioni presenti e future

EDUCA

all'amore, alla conoscenza, alla cura e al godimento dell'ambiente, del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione

VIGILA

sulla tutela dei beni ambientali, paesaggistici e culturali nello spirito dell'articolo 9 della Costituzione e nell’interesse generale secondo il principio della sussidiarietà (art.118)

Le 10 “prime volte” del FAI

IL PRIMO GRANDE RESTAURO

Il Monastero di Torba, Gornate Olona (VA) 
Un esempio dell’azione del FAI: da luogo abbandonato, donato nel 1977, a Patrimonio Mondiale Unesco.
I restauri...

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IL PRIMO CONVEGNO DEI DELEGATI E VOLONTARI FAI

Il 13 settembre 1980 si riuniscono i volontari del FAI a Villa Cicogna Mozzoni a Bisuschio (VA).
È la prima volta nella storia della Fondazione che i volontari...

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I PRIMI 1.000 ISCRITTI

Dicembre 1982: con 7 anni di vita e 11 luoghi tutelati la Fondazione taglia il traguardo dei 1.000 iscritti .
Il FAI diventa un grande gruppo che si mobilita...

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IL PRIMO BENE PAESAGGISTICO

La Baia di Ieranto è un esempio virtuoso di rigenerazione di una ex area industriale: si trova a Massa Lubrense (NA), viene acquisita nel 1987 da Italsider...

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LE PRIME GIORNATE FAI

Sabato 20 marzo 1993 viene lanciata la prima grande campagna di promozione e sensibilizzazione dedicata al patrimonio culturale italiano .
Un grande evento...

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I PRIMI APPRENDISTI CICERONI

Un progetto educativo di cittadinanza attiva che, dal 1996, ha formato oltre mezzo milione di studenti.
Apprendisti Ciceroni è un progetto di formazione...

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IL PRIMO BENE RICEVUTO IN CONCESSIONE

Il Giardino della Kolymbethra viene ricevuto in concessione pluridecennale nel 1999, grazie a un accordo tra pubblico e privato. 
La concessione arriva...

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LA PRIMA GRANDE VITTORIA PER L’AMBIENTE 

Siamo nel 2000 e il FAI continua a combattere le sue battaglie, sono anni di disordine legislativo che favorisce l’azione di costruttori e speculatori ....

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I PRIMI LUOGHI DEL CUORE

Un grande progetto di sensibilizzazione che nasce nel 2003: i cittadini sono chiamati a votare i luoghi che hanno a cuore e che sono in pericolo. A oggi...

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IL PRIMO MILIONE DI VISITATORI IN UN ANNO  

Nel 2022 un grande traguardo: gli oltre 70 Beni tutelati dalla Fondazione, in tutta Italia, accolgono un milione di visitatori.
Un record assoluto di partecipazione,...

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Gli anni Settanta

La rapida urbanizzazione sta mettendo in pericolo il patrimonio ambientale e culturale italiano. La società civile e le prime associazioni cominciano a mobilitarsi per salvare l’Italia dal cemento e dall’incuria. I gruppi che prendono forma sono ancora frammentati ma sono tutti motivati dalla stessa urgenza: agire.
Tra questi, dal 1975, c’è anche il FAI. Nello statuto è chiara la missione: “promuovere […] conservazione di ambienti, beni e in particolare fondi di interesse artistico, storico, archeologico, paesistico, ambientale, ecologico, […]”. Non si tratta solo di tutelarli, ma anche di dare loro una funzione sociale, ovvero, agire da privati per l’interesse pubblico, sul modello del National Trust inglese. In questi anni vengono donati al FAI i primi tre Beni. Giulia Maria Crespi viene eletta presidente e mantiene la guida della Fondazione per 35 anni.

1975

Lunedì 28 aprile 1975 Renato Bazzoni, Giulia Maria Crespi, Alberto Predieri e Franco Russoli si trovano a Milano, nello studio del notaio Michele Zanuso e fondano il FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano

1977

I PRIMI BENI

Cala Junco. Isola di Panarea, frazione di Lipari (ME)
Una piscina naturale racchiusa da alte pareti di roccia, Cala Junco è una delle spiagge più belle dell’Isola di Panarea, nell’arcipelago delle Eolie. Nel 1977 l’avvocato milanese Piero di Blasi decide di donarla alla Fondazione perché la tuteli. Di Blasi, da tempo, aveva fondato il “Comitato per la difesa dell’ambiente delle Isole Eolie” insieme a Renato Bazzoni e ad altri attivisti.

Monastero di Torba. Gornate Olona (VA)
Acquistato da Giulia Maria Crespi per donarlo al FAI, è il primo banco di prova per misurare la credibilità, le capacità e la concretezza della Fondazione. Il cantiere, a cui collabora anche Pinin Brambilla Barcilon, la restauratrice del Cenacolo di Leonardo, si rivela un’impresa che il FAI affronta con lo spirito pionieristico. Da luogo in rovina il Monastero viene trasformato in fonte di turismo e orgoglio per l’area circostante, insieme al parco archeologico di Castelseprio: il primo consorzio culturale in Italia. Nel 2011, tutta l’area di Torba viene inserita nelle liste del Patrimonio Mondiale Unesco.

Castello di Avio. Sabbionara d’Avio (TN)
È il primo castello del FAI, donato da Emanuela Castelbarco, nipote di Arturo Toscanini. Un complesso fortificato dell’XI secolo scandito da torri, mura merlate e un massiccio torrione. Custodisce affreschi di scuola veronese che raccontano di amori ed epiche battaglie. Per un FAI ancora così giovane i restauri del Castello rappresentano una grande sfida, ma in soli due anni la Fondazione riesce a portare a termine i lavori e il Bene, nel 1979, apre al pubblico. A oggi ha accolto oltre 1.800.000 visitatori.

Gli anni Ottanta

Gli anni Ottanta inaugurano un’epoca di crescita e relativa stabilità. Lo sviluppo economico e l’intensificazione dei consumi portano molti italiani a investire nell’acquisto della prima o della seconda casa. Anche in virtù del nuovo benessere raggiunto l’urbanizzazione sregolata, l’abusivismo, lo spopolamento delle aree interne e il degrado delle coste continuano a dilagare.
Nel contempo nascono i primi partiti ambientalisti e cresce l'attenzione per la tutela dei beni culturali testimoniata dalla riqualificazione dei centri storici per migliorarne la vivibilità e l'attrattività turistica.
Per il FAI gli anni ‘80 rappresentano una svolta favorita anche dall’acquisizione del borgo di San Fruttuoso: una grande sfida perché, in scala minima, presentava il problema della riqualificazione ambientale dei piccoli centri storici. Un promettente volano per la crescita della Fondazione.
Per sostenere lo sviluppo dell’organizzazione, Giulia Maria Crespi chiama al fianco suo e di Renato Bazzoni – che con lei ha fondato il FAI – Marco Magnifico, allora trentenne e oggi Presidente della Fondazione.

1980

Primo Notiziario
"Il FAI è grande e il Notiziario è il suo profeta" scriveva nel 1980 Renato Bazzoni. E tuttora, a distanza di oltre quattro decenni è così: racconta valori, aspirazioni e progetti, che diventano realtà grazie alla fiducia dei sostenitori e al lavoro di un grande gruppo di professionisti e volontari. Il Notiziario è la voce del FAI, racconta cosa fa nel concreto ogni giorno nei luoghi di cui si prende cura.

Primo Convegno “Il FAI ha cinque anni di vita”.
Il dibattito promosso durante il convegno favorisce la nascita della legge 512 per rendere deducibili le donazioni fatte ad aziende private che si occupano della manutenzione del patrimonio artistico. Il Ministro dei Beni Culturali Vincenzo Scotti riesce finalmente a farla approvare, è la prima volta in Italia. La legge entra in vigore nell’agosto del 1982.

Primo Logo
È opera di Pino Tovaglia, unisce una fortificazione quattrocentesca alla morfologia di una foglia in un simbolo che è sintesi di storia, arte e natura.

1983

Primo centro storico, San Fruttuoso. Camogli (GE)
Viene firmato l’atto per la donazione di San Fruttuoso: un salto di scala nella storia del FAI, che segna un discrimine in termini di impegno, di sviluppo e di affermazione. Dalla tutela di singoli Beni alla riqualificazione ambientale di un centro storico e del suo territorio.

1984

Castello della Manta. Manta (CN)
È il primo Bene del FAI in Piemonte. Oggi modello virtuoso di tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico, di valorizzazione storico-artistica e, nello stesso tempo, di tutela del contesto territoriale. Si trova sulle colline tra Saluzzo e Cuneo, ai piedi del Monviso e ospita un eccezionale ciclo di affreschi profani tardogotici ai tempi affidati alla restauratrice Pinin Brambilla Barcilon, che già collaborava nell’opera di ripristino del Cenacolo di Leonardo in Santa Maria delle Grazie a Milano.

La prima grande mostra nata in collaborazione tra FAI & National Trust
All’inizio il National Trust inglese, a cui si ispirava il FAI, era un biglietto da visita per presentare la Fondazione e la sua attività, come successe con la mostra fotografica inaugurata a Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, e poi ripresentata a Milano, Genova e Bologna. Nel 2004 Martin Drury, senior director del National Trust, riconosce il FAI come "unico figlio legittimo".

1986-87

Nascono "I 200 del FAI"
Giulia Maria Crespi prende ispirazione dai Thousand and One del WWF e crea un gruppo di mecenati e aziende che possano offrire un più sostanzioso contributo alla missione del FAI rispetto agli iscritti ordinari. Ai tempi, la quota minima per entrare era di dieci milioni di lire. L’iniziativa ha molto successo e offre opportunità come viaggi accompagnati da guide d’eccezione e incontri con grandi personalità. La prima presidente fu Marella Agnelli, nel 1987, collezionista d’arte e appassionata di giardini storici.

1987

Primo restauro paesaggistico, Baia di Ieranto. Massa Lubrense (NA)
Donato dall’Italsider (IRI) nel 1987 e aperto nel 2001, il Bene è un esempio virtuoso di riuso di una ex area industriale e rappresenta un importante riconoscimento per il FAI, identificato dallo Stato come interlocutore affidabile e competente.

1988

Castello e Parco di Masino. Caravino (TO)
L’acquisizione e il restauro del Castello e Parco di Masino costituisce per il FAI un momento decisivo: è sia una sfida senza precedenti, sia la condizione che permette alla struttura di professionalizzare le competenze e di apprenderne di nuove.
A detta dello storico dell’arte Giovanni Romano: “Il restauro di Masino è il primo esempio italiano di tutela attiva, praticato con coscienza storica ma secondo sensibilità contemporanea, che interpreta correttamente lo spirito di un luogo e la sua storia quasi millenaria”.

Villa del Balbianello. Tremezzina (CO)
È la prima Villa della Fondazione, donata dall’imprenditore ed esploratore Guido Monzino. Situata in posizione panoramica all’estremità del promontorio di Lavedo, è una delle residenze private più prestigiose del lago di Como.

1989

Villa Della Porta Bozzolo. Casalzuigno (VA)
Una nuova villa entra nella famiglia del FAI. Donata dagli eredi Bozzolo, è una dimora storica nobiliare, costruita tra il XVI e il XVIII secolo, con uno scenografico giardino barocco e sale affrescate in stile Rococò

Gli anni Novanta

Con la diffusione di uno stato di maggior benessere collettivo emergono nuovi bisogni culturali: è l’epoca delle grandi mostre, le persone hanno interesse per musei, viaggi e città d’arte.
Le idee ambientaliste, intanto, si sono diffuse ma l’espansione urbana e il consumo del suolo italiano restano fenomeni in crescita. Scrive nel 1990 Giulia Maria Crespi: "Questa contraddizione tra crescente interesse e progressivo degrado è una delle incredibili contraddizioni che caratterizzano questa nostra epoca".
Il FAI, ora più conosciuto e strutturato, nonostante la scomparsa di Renato Bazzoni nel ‘96, continua a battere sul valore della sua missione e si impegna a divulgarla anche attraverso nuove iniziative di partecipazione attiva. Nascono le Giornate FAI di Primavera e si rafforza il ruolo sussidiario della Fondazione al fianco delle istituzioni dello Stato con la presa in carico di beni pubblici.

1992

È l’anno della prima Tre giorni per il giardino, un grande successo fin dall’esordio che segna 15.000 presenze. Fu suggerita al FAI da Marella Agnelli e Paolo Pejrone prendendo a modello una manifestazione francese.

1993

Sabato 20 marzo 1993 viene lanciata la prima grande campagna di promozione e sensibilizzazione dedicata al patrimonio culturale italiano: le Giornate FAI di Primavera. È il primo grande evento di piazza a carattere nazionale in cui si mette in moto una imponente macchina organizzativa e vengono aperti al pubblico 90 luoghi, tra siti storici, artistici e naturalistici che accolgono 70.000 visitatori in una sola giornata.

1995

In tempi non sospetti, il FAI organizza un convegno nazionale, a Napoli, dedicato agli effetti del turismo di massa nelle grandi città come Roma, Venezia e Firenze e alla trascurata offerta turistica dei piccoli borghi. Nel pubblico si contano ben 600 persone e tra gli interventi spiccano personalità come il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, di Napoli, Antonio Bassolino e il Ministro dei Beni culturali, Antonio Paolucci.

1996

Villa e Collezione Panza. Varese
Un’altra grande sfida del FAI: tutelare e valorizzare una delle più prestigiose e conosciute collezioni di arte americana del dopoguerra e la villa del ‘700 che la custodisce, quella di Giuseppe Panza di Biumo. Al suo interno accoglie e mette in mostra il meglio della scuola di New York e big dell’arte come Rothko, Oldenburg, Kline e Rauschenberg, ma anche i giovani artisti della East Coast come Robert Irwin e James Turrell e i neon site specific di Dan Flavin.
Gae Aulenti, la nota progettista da sempre vicina al FAI, disegna lo spazio delle scuderie, la biglietteria e il ristorante.

Parte la trattativa per il Giardino della Kolymbethra (conclusa nel 2000)
È il primo Bene FAI ricevuto in concessione in accordo tra pubblico e privato.
La concessione arriva dalla Regione Siciliana che affida al FAI il Giardino perché lo recuperi dopo decenni di abbandono, un unicum archeologico e agricolo nella Valle dei Templi di Agrigento che si era trasformato in una discarica abusiva.

1997

Nasce il gruppo degli Apprendisti Ciceroni.
Un progetto di cittadinanza attiva che oggi richiama oltre 50.000 studenti all’anno. Ragazze e ragazzi dopo un periodo di formazione scolastica, con il supporto dei loro docenti e dei delegati scuola della Fondazione, accompagnano il pubblico alla scoperta del patrimonio culturale del loro territorio durante le principali manifestazioni nazionali della Fondazione.

Gli anni Zero

Il problema ambientale diventa un tema globale ma l’industrializzazione non frena e in Italia la speculazione edilizia continua a devastare il paesaggio. Frane, alluvioni, erosioni costiere sono il grido d’allarme di un territorio sempre più indebolito.
Al disordine legislativo cercano di ovviare nuovi strumenti come il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Si assiste a una politica di rilancio della cultura, che contribuisce a sensibilizzare i cittadini alla tutela del patrimonio nazionale.
Il FAI continua ad agire nel concreto per promuovere un’educazione alla conoscenza che permetta di vivere in maniera consapevole e attiva la nostra eredità culturale. Ha raggiunto una solida notorietà ed è considerato un interlocutore autorevole dalle istituzioni e dalla società civile.

2000

La prima grande vittoria ambientale della Fondazione
Inizia la lotta (poi vinta) contro l’azienda Mediapolis che voleva costruire una “Disneyland del Canavese” ai piedi del Castello di Masino.

2001

Viene lanciato il programma di membership aziendale Corporate Golden Donor che chiama imprese virtuose a integrare nelle loro strategie di responsabilità sociale e sostenibilità l’impegno a favore della cultura e dell’ambiente, sostenendo il FAI.

2002

Teatrino di Vetriano. Vetriano di Pescaglia (LU)
Riapre al pubblico il primo teatro del FAI, acquisito nel 1997, che è anche il più piccolo d’Europa: conta 99 posti in 71 metri quadrati. È una testimonianza della prolifica epoca del melodramma italiano, una piccola delizia architettonica che testimonia la cultura popolare e il gusto dell’epoca. Un Bene che conferma l’orientamento del FAI a tutelare indistintamente luoghi rappresentativi della cultura italiana, siano essi castelli e ville, o piccoli edifici culturali, botteghe storiche, memoriali o insediamenti produttivi, militari o di tradizione agricolo-contadina.

Batteria militare Talmone. Palau, Punta Don Diego (SS)
È il primo edificio militare tutelato e valorizzato dalla Fondazione. Una testimonianza della storia militare italiana, parte di un sistema difensivo sorto nel Settecento poi avamposto strategico per la difesa dei confini all’indomani dell’Unità d’Italia, smantellata dopo il 1947.

2003

Nasce il censimento I Luoghi del Cuore. Gli italiani sono chiamati a votare luoghi che hanno più a cuore e che vorrebbero salvare. La prima edizione raccoglie 24.200 segnalazioni; oggi i voti superano il milione e mezzo e sono oltre 160 i Luoghi del Cuore a favore dei quali il FAI ha varato un intervento.

2004

Casa Noha a Matera, aperta nel 2014
È il primo Bene del FAI in Basilicata. Nei suoi interni si snoda un percorso multimediale che ripercorre la storia millenaria di Matera, dagli insediamenti preistorici all’epoca recente con alla legge speciale per lo sfollamento dei Sassi, fino ad arrivare al movimento di protezione, sfociato poi nel riconoscimento a Patrimonio dell’umanità Unesco e a Matera Capitale europea della Cultura nel 2019.

2007

Associazione Amici del FAI
Giosi Archetti, fisica di formazione e già attivissima sul campo come Capo Delegazione del FAI di Brescia, e Annamaria Morando fondano l’Associazione Amici del FAI, di cui Archetti è stata presidente fino al 2019. L’Associazione opera a fianco del FAI con cui condivide l’impegno per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, ambientale e culturale italiano. Persegue inoltre finalità di solidarietà sociale e promuove progetti innovativi per rendere la cultura sempre più accessibile a tutti, come l’ideazione del progetto FAI Ponte tra Culture, che coinvolge le comunità straniere del territorio.

2008

Bosco di San Francesco. Assisi (PG)
È un luogo di pace e contemplazione, dove San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, amava passeggiare e ascoltare la voce della natura. Quel bosco, dominato dall’enorme mole del Sacro Convento di Assisi, negli anni abbandonato e trasformato in discarica, è stato recuperato dalla Fondazione e aperto al pubblico nel 2011. Nel corso dei secoli il Bosco ha ispirato pellegrini, viandanti e artisti come il maestro Michelangelo Pistoletto, che nel 2010 ha creato Il Terzo Paradiso nella grande radura alla fine del cammino.

2009

La prima maratona televisiva di raccolta fondi nazionale.
Il FAI lancia la sua prima maratona televisiva di raccolta fondi con l’SMS solidale, con il fondamentale sostegno della RAI, per il recupero del Bosco di San Francesco ad Assisi. È un successo: vengono raccolti oltre 700.000 euro. La campagna viene diffusa proprio nel giorno di San Francesco, patrono d’Italia, il 4 ottobre.

Gli anni Dieci

L’obbligo della tutela ambientale raggiunge una fase di consapevolezza generalizzata, invocata anche dai movimenti giovanili. Cresce l’attenzione per i temi della sostenibilità, della biodiversità e della mitigazione dei cambiamenti climatici.
Il FAI è tra le organizzazioni di riferimento per la tutela del patrimonio italiano. Dopo 35 anni di presidenza, per Giulia Maria Crespi è il momento di passare il testimone a Ilaria Borletti Buitoni, protagonista del mondo del terzo settore, membro del Consiglio Superiore di Banca d’Italia e sottosegretario di Stato al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in diverse legislature. Borletti pone le basi di un nuovo processo di crescita della Fondazione: ne risana le finanze, riorganizza la struttura e definisce un piano di sviluppo. Le succede Andrea Carandini, uno dei più autorevoli archeologi a livello internazionale, docente e, dal 2009 al 2011, Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali. Carandini dà al nuovo corso un significativo contributo in termini di visione. Un piano strategico decennale rifocalizza la missione, orienta le attività verso nuovi pubblici, introduce un approccio scientifico alla valorizzazione dei Beni e dei loro contesti e rinsalda la rete dei volontari sul territorio.

2010

Cambio presidenza.
Dopo 35 anni dedicati alla guida del FAI, Giulia Maria Crespi (1923-2020) lascia la carica di Presidente a Ilaria Borletti Buitoni, imprenditrice da sempre attiva in numerose organizzazioni non profit italiane e internazionali, e assume quella di Presidente Onorario.

FAI Giovani.
Nasce il gruppo FAIGiovani: volontari tra i 18 e i 35 anni contribuiscono a far conoscere il FAI anche ai più giovani e si impegnano a coinvolgerli in progetti di cittadinanza attiva per trasmettere il valore del bene comune e della partecipazione.

FAI Ponte tra Culture.
È il primo progetto interculturale della Fondazione, ideato da Giosi Archetti, fisica di formazione, alla guida dell’Associazione Amici del FAI e Capo Delegazione del FAI di Brescia.
"Sono tanti anni che facciamo le Giornate FAI di Primavera, ci sono molti stranieri che vivono qui ma non si vedono durante le aperture". Così Archetti si era rivolta al Comune di Brescia e poi, in collaborazione con il Centro Migranti locale, aveva organizzato le prime Giornate FAI in lingua: dall’inglese al francese, dall’arabo all’ucraino, al bengali, al wolof del Senegal. Il progetto nasce per formare mediatori artistico culturali di diverse provenienze sul patrimonio artistico culturale locale, in modo da raccontarlo alle proprie comunità d’origine sul territorio.

2011

Alpe Pedroria e Madrera. Talamona (SO)
Il primo alpeggio tutelato e valorizzato dalla Fondazione, ricevuto tramite un legato testamentario. È immerso nello scenario naturalistico delle Orobie Valtellinesi.

Nasce un ambientalismo di tipo nuovo, non solo slogan ma progetti concreti, fondati sull’utilizzo di energie rinnovabili o il riuso delle acque piovane, sul recupero della produzione agricola tipica dell’area, utilizzando materiali della tradizione ma anche riportandola in vita se estinta. Come accade a Podere Casa Lovara a Punta Mesco, al Bosco di San Francesco , alla Baia di Ieranto che diventano modelli per i territori circostanti.

Negozio Olivetti. Piazza San Marco, Venezia
Affidato in concessione al FAI da Generali Italia. Un capolavoro dell’architettura del Novecento sotto i portici delle Procuratie Vecchie. Era stato Adriano Olivetti, nel 1957, ad affidare la progettazione a Carlo Scarpa, uno dei più grandi maestri dell’architettura del Novecento, che avrebbe trasformato un piccolo locale in uno spazio di rappresentanza per l’azienda, capace di trasmetterne i valori.

2012

Cavallerizza. Milano
Gli uffici del FAI si trasferiscono nella Cavallerizza, edificio storico nel centro della città, che coniuga tradizione e innovazione in una sede adeguata alla nuova dimensione della Fondazione.

Abbazia di Cerrate. Lecce
È il primo Bene FAI in Puglia, affidato in concessione trentennale dalla Provincia di Lecce. Mille anni fa era uno dei più rilevanti monasteri dell’Italia meridionale. Fu un importante polo religioso e culturale fino al ‘500 poi venne trasformato in un centro di produzione agricola. Nel ‘700 cadde in stato di abbandono fino al restauro del 1965 curato dalla Provincia di Lecce.

2013

Cambio presidenza.
Andrea Carandini succede a Ilaria Borletti Buitoni alla presidenza del FAI.

2014

Piano strategico.
Viene stilato il primo Piano Strategico della Fondazione, un programma decennale finalizzato al raggiungimento di obiettivi di sviluppo attraverso strumenti di gestione manageriale.

2015

Fontana Secca e Col de Spadarot. Quero Vas (BL)
È il primo luogo della Grande Guerra a entrare nel patrimonio tutelato dal FAI. Centocinquanta ettari di pascolo d’alta quota, sulle montagne del Massiccio del Grappa, sopra Belluno. Un’area di alto valore naturalistico, soggetta a vincolo paesaggistico, ma anche un luogo storico dove ancora oggi sono visibili le trincee di guerra, perché è proprio lì che si svolse una delle pagine cruciali della Prima guerra mondiale.

2016

I Giganti della Sila. Spezzano della Sila (CS)
È il primo Bene in Calabria, una riserva boschiva con giganteschi esemplari di pino laricio e aceri montani, affidato al FAI dal Parco nazionale della Sila. Fu piantato nel Seicento dai baroni Mollo, i cui discendenti hanno poi donato alla Fondazione l’omonimo casino di caccia, prossimo centro visite dell’area dopo il restauro.

#SalvaIlsuolo
Una campagna di sensibilizzazione per ribadire quanto il suolo sia la pelle del nostro pianeta e proprio per questo vada protetto. La Fondazione denuncia l’urgenza di una strategia, su scala nazionale, per la difesa e la rigenerazione del suolo. La campagna sostiene la petizione europea People4Soil insieme a più di 500 altre associazioni. Chiede leggi sicure contro la cementificazione selvaggia, l'abusivismo e la costruzione di ecomostri, corresponsabili delle catastrofi ambientali.

2017

Saline Conti Vecchi. Assemini (CA)
Frutto di un progetto che nasce da un innovativo accordo di valorizzazione tra pubblico e privato, è il primo sito produttivo che entra a far parte dei Beni tutelati e valorizzati dalla Fondazione, immerso in un contesto naturalistico di rara bellezza, alle porte di Cagliari.

#Salvalacqua
Una campagna che nasce per sensibilizzare sul valore di questa risorsa, essenziale per la sopravvivenza dell'umanità e di cui l’Italia fa consumo intensivo. Ha un duplice obiettivo: attivare buone pratiche nei Beni della Fondazione e fare pressione sul governo per ottenere norme concrete volte a incentivare le tecnologie più innovative nel risparmio, recupero e riciclo dell’acqua. Da questo impegno è scaturito il Patto per l'acqua, promosso dal FAI e sottoscritto dai principali attori del sistema. Un Blue Deal che propone un modello più sostenibile di affrontare le carenze infrastrutturali nazionali, gli effetti del cambiamento climatico globale e promuove una gestione integrata tra i diversi impieghi dell'acqua.

2019

La Fondazione accetta la sfida di valorizzare un bene immateriale, restaurando e aprendo al pubblico l’orto-giardino sul famoso “ermo colle” di Recanati che ha ispirato l’Infinito di Giacomo Leopardi, dove viene allestito un percorso multimediale che guida il pubblico “dentro” la più celebre lirica del poeta recanatese.

Gli anni Venti

Con il Covid-19 il mondo si ferma e per la prima volta è costretto a riflettere sulla vulnerabilità del sistema economico globale e sull’interconnessione tra salute umana e ambiente naturale.
Anche il FAI accusa il colpo di un evento tanto imprevisto che mette in pericolo il suo equilibrio economico. Le persone che rispondono al suo appello di soccorso sono tantissime: la sostenibilità del patrimonio culturale si rivela un bisogno necessario.
La Fondazione intensifica la sua transizione ecologica e rafforza il piano di adattamento dei Beni ai cambiamenti climatici. Promuove campagne di sensibilizzazione ambientale e conferma il suo impegno nella divulgazione culturale affinché le persone riconoscano il valore del patrimonio italiano e contribuiscano alla sua tutela.
Giulia Maria Crespi muore a 97 anni. Andrea Carandini lascia la guida della Fondazione e il 15 dicembre 2021 subentra Marco Magnifico, storico dell’arte, che lavora al FAI dal 1985.

2021

Marco Magnifico assume la presidenza della Fondazione dopo esserne stato Vicepresidente Esecutivo dal 2010.

#Faiperilclima
Insieme a #salvailsuolo e #salvalacqua il FAI rafforza il suo messaggio ambientalista con la campagna di sensibilizzazione #faiperilclima. La Fondazione, infatti, è attivamente impegnata nell’azione per contrastare la crisi climatica: mette in atto misure di mitigazione e adattamento all’interno dei Beni che tutela e le promuove condividendo la sua esperienza, affinché cittadini e governi possano ritrovare pratiche virtuose e lasciarsi ispirare.

2022

La Fondazione ottiene il riconoscimento di Ente del Terzo settore attraverso l’iscrizione al Registro Nazionale Unico del Terzo settore e adegua il proprio Statuto al Codice del Terzo settore.

Villa Caviciana. Gradoli (VT)
Per la prima volta una tenuta agricola produttiva entra a far parte dei Beni della Fondazione con l’acquisizione di Villa Caviciana a Gradoli (VT).

Memoriale Brion. Altivole (TV)
È il primo monumento funerario della Fondazione, ricevuto in donazione da Ennio e Donatella Brion nel 2022. Un capolavoro dell’architettura del ‘900 progettato da Carlo Scarpa negli anni Settanta, sintetizza le ricerche compositive del grande maestro e la sua sensibilità nei confronti dei materiali. Un luogo di pace e contemplazione, in cui l’architetto fonde riferimenti simbolici, culture e religioni per proporre una riflessione universale sulla vita e sulla morte.

#FaiBiodiversità
La Fondazione lancia la campagna di sensibilizzazione #FaiBiodiversità che nasce per sensibilizzare il pubblico sull’emergenza, sempre più calda, della perdita globale di diversità biologica.

2023

Il FAI riceve in donazione il Convento di San Bernardino-Casa Olivetti a Ivrea da parte di TIM – che dona il Convento, che fu la casa della famiglia Olivetti – e degli eredi Olivetti – che donano la Chiesa con gli affreschi realizzati di Giovanni Martino Spanzotti (1450 circa-ante 1528). La Fondazione recupererà l’intero complesso per farne un museo dedicato allo storico imprenditore.

Le case museo di Milano
La Fondazione riceve due nuove importanti donazioni: Casa Crespi e Collezione Bagutta e Casa Livio e Collezione Grandi. Due dimore che raccontano uno spaccato di società e di cultura della borghesia lombarda. Insieme a Villa Necchi Campiglio fanno parte del circuito delle sei case museo di Milano. La peculiarità di Casa Crespi e Casa Livio, la cui inaugurazione è prevista per il 2026, è che saranno Case Museo con una specifica vocazione legata alla loro storia: l’educazione alla comprensione e ascolto della musica, per la prima, e alla pratica del disegno, per la seconda. Le nuove donazioni diverranno quindi luoghi di apprendimento e di svago: nuovi spazi culturali a beneficio di Milano.

2024

Aula del Simonino. Palazzo Bortolazzi Larcher Fogazzaro, Trento
Marina Larcher Fogazzaro, nel 2018 lascia al FAI la storica Cappella del Simonino nel 2018, perché fosse restaurata e valorizzata. La Fondazione ha eseguito i restauri, dapprima sulla facciata del Palazzo, scoprendone le finestre quattrocentesche e restituendo colore e leggibilità alle figure e alle iscrizioni dipinte nel 700; poi anche all’interno e nello spazio absidale, dov’è l’originario altare. Alla fine degli impegnativi lavori, quella che fu una Cappella di devozione, poi sconsacrata, è diventata un’aula didattica, un luogo in cui ascoltare una storia che risale al 1475 che ha ancora molto da insegnare. Un’occasione per far riflettere, confrontare e discutere i ragazzi su come la cultura e la conoscenza della storia siano fondamentali per la convivenza pacifica e il dialogo.

La Velarca. Tremezzina (CO)
È la prima casa-barca del FAI, donata da Aldo e Maria Luisa Norsa nel 2011, un piccolo gioiello della storia dell’architettura moderna, progettato alla fine degli anni Cinquanta dallo Studio BBPR. Proprio gli stessi architetti che nel 1955 disegnarono la Torre Velasca, da cui “Velarca” mutua il suo nome. Dopo un lungo restauro è tornata al suo originale approdo, di fronte all’Isola Comacina, pronta ad accogliere i visitatori.

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