27 novembre 2017
La Collezione Guido Sforni (1935 – 1975), donata al FAI da Clara Lavagetti Sforni, moglie del collezionista, e dalle figlie Bianca e Maria Chiara, arricchisce la dimora anni Trenta di Milano e ha presentato nuove sfide soprattutto in ottica di conservazione preventiva di opere così delicate.
I disegni sono, infatti, manufatti delicati, altamente fotosensibili e fortemente reattivi alle variazioni termo-igrometriche: necessitano una cura particolare sia in fase di montaggio sia per la gestione della loro esposizione.
Realizzate a matita, china, carboncino, grafite e pigmento colorato, i disegni della collezione hanno richiesto un adeguamento degli ambienti ai più moderni standard museali. Per questo nella Camera del Principe che ospita la collezione, allestita da Bianca Sforni, è stato avviato già nel 2016 il monitoraggio microclimatico che ha permesso di raccogliere i dati necessari ai fini dell’intervento: sono stati, quindi, realizzati nuovi impianti di climatizzazione e illuminazione, funzionali ma allo stesso tempo estremamente discreti così da mantenere e rispettare l’aspetto di stanze private tipico di una casa-museo. Luci fredde e filtrate con raggi ultravioletti, attivate in base alle presenze, sono state installate insieme a pellicole anti UV sui vetri delle finestre e a una tenda tecnica esterna, dotata di sensore luminoso, per la vetrata dell’anti-bagno.
Per la loro ottimale conservazione le opere sono state, inoltre, montate su cartoncino anti acido con passepartout museale, telaio di rinforzo e kit antieffrazione, e sono state coperte da un Museum Glass, un vetro dotato di filtro anti UV e antiriflesso così da garantire il massimo comfort visivo.
Il posizionamento verticale prolungato a parete può essere fonte di danni e deformazioni per il supporto cartaceo. Per questo le 21 opere saranno esposte a rotazione: ogni 60 giorni parte degli originali saranno “a riposo” in orizzontale, collocati in un armadio museale climatizzato. Al loro posto saranno esposte copie ad alta definizione per ogni disegno, opportunamente segnalate al visitatore tramite un bollino verde.
Una grande cura e attenzione per conservare al meglio la delicatezza di queste opere d’arte che non si esaurisce con l’allestimento e il progetto espositivo ma che coinvolge anche la gestione dei flussi di visitatori. L’accesso alla collezione è, infatti, consentito a gruppi di massimo 15 persone: nei giorni di grande affluenza sarà comunque garantita la visibilità delle opere dando la possibilità al pubblico di tornare per la visita un altro giorno conservando il biglietto.
L’allestimento della Collezione Guido Sforni è stato possibile grazie al fondamentale sostegno di Natixis e al contributo di Regione Lombardia.
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